Argomenti trattati
Botta e risposta tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Dopo il crollo del ponte Morandi il vicepremier annuncia che verranno revocate le concessioni ad Autostrade per l’Italia. Il leader del MoVimento 5 Stelle sposta poi l’attenzione sul passato governo, denunciando l’inserimento nello Sblocca Italia di una leggina per la proroga delle concessioni di quasi a 50 anni e l’aiuto economico che Benetton, che possiede Autostrade per l’Italia, avrebbe dato alla campagna elettorale del PD. Matteo Renzi replica e dà del “bugiardo” a Luigi Di Maio. L’ex premier passa poi al contrattacco e ricorda come fu proprio il M5S a schierarsi contro la Gronda, la nuova autostrada di Genova che avrebbe dovuto sostituire il ponte Morandi. I pentastellati infatti definirono il rischio crollo una “favoletta”.
Di Maio: Benetton ha finanziato PD
“Qui c’è rabbia per una tragedia annunciata e l’unico modo che abbiamo per onorare i morti è punire politicamente i colpevoli” dichiara ai microfoni di Rainews24 il vicepremier Luigi Di Maio. Dopo il crollo del ponte Morandi il governo si è infatti riunito a Genova per deliberare lo stato d’emergenza nella città ligure e stanziare “i primi 5 milioni di euro che servono sia per assistere le persone sfollate sia per agevolare la viabilità” annuncia il leader del MoVimento 5 Stelle. Poi l’attacco diretto ad Autostrade per l’Italia che “diceva che andava tutto bene e invece non è stato così” sottolinea Di Maio.
Per questo motivo nello steso CdM l’esecutivo giallo-verde “ha dato mandato al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli di revocare le concessioni. “Se non sono in grado di gestire le autostrade, le gestirà lo Stato” tuona Di Maio, che esorta i vertici di Autostrade per l’Italia a dimettersi. “Paghiamo i pedaggi più alti d’Europa e allo stesso tempo queste società pagano le tasse più basse d’Europa. – ricorda – L’unico modo per onorare i morti di questa tragedia non è solo individuare i colpevoli ma soprattutto punirli”.
Infine, il ministro dello Sviluppo economico denuncia: “Ad Autostrade per l’Italia tre anni fa è stata concessa una proroga delle concessioni di quasi a 50 anni attraverso un piccolo emendamento che nella notte fu inserito nello Sblocca Italia“. “Le solite manine che nella notte favorivano le solite lobby. – afferma – Ecco l’epoca delle lobby è finita, anche perché a me la campagna elettorale non l’ha pagata Benetton che possiede Autostrade per l’Italia, gli altri non possono dire la stessa cosa”.
Renzi: mai soldi da Benetton
Il pentastellato non fa nomi ma Matteo Renzi si sente, ovviamente, tirato in ballo. In un post su Facebook l’ex premier scrive: “Chi come Luigi Di Maio dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo“. “Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. – aggiunge – In entrambi i casi la verità è più forte delle chiacchiere”.
L’ex segretario del PD assicura infatti: “Il mio Governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del PD, né la Leopolda”. “Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del vicepresidente del Consiglio” puntualizza quindi Renzi.
Le fondazioni a doppio filo col PD
“Renzi dice che Benetton non ha finanziato il PD né la Leopolda. Non dice niente delle altre fondazioni legate a doppio filo col suo partito” sottolinea però a stretto giro Di Maio. Il leader 5 Stelle invita quindi l’ex segretario a pubblicare “tutti i nomi dei finanziatori del Partito Democratico dalla sua nascita a oggi e di tutte fondazioni ad esso collegate. Carta canta! – precisa – Che hanno da nascondere ancora? Tanto scoperchieremo tutto e il marcio verrà a galla”.
Il vicepremier prosegue quindi: “Inizino spiegando il perché dell’emendamento vergogna nella legge di bilancio del 2017 che permette ai concessionari delle autostrade di moltiplicare ulteriormente gli strepitosi guadagni ottenuti al casello facendosi in casa, con le proprie aziende, una bella quota dei lavori di manutenzione senza dover ricorrere alle gare. O il perché – evidenzia ancora – del regalo miliardario dell’allungamento delle concessioni che inserirono in una notte nello Sblocca Italia del 2015″.
“Tanti, troppi favori da giustificare. Se non ci diranno perché, lo scopriremo noi” assicura. “Gli italiani devono sapere la verità e in questo non li aiuteranno i giornali visto che tra gli azionisti di quelli principali troviamo proprio i Benetton” afferma Luigi Di Maio.
Revocare concessioni è un danno
Anche Matteo Renzi però esorta il leader pentastellato a dire la verità. “Se revochi la concessione paradossalmente fai un regalo ad Autostrade. – sostiene l’ex premier – Perché devi pagare un sacco di soldi per revocare la concessione e perdi le opere pubbliche che servono e per le quali loro sono impegnati”.
“Si scelgano gli avvocati migliori per andare al contraddittorio con Autostrade. Si vada fino in fondo all’azione giudiziaria senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato paghi tutto. Autostrade oggi ha il compito di pagare tutto, fino all’ultimo centesimo, a cominciare dalla Gronda: revocando la concessione, invece, Autostrade incassa e non paga” avverte.
Su peso delle responsabilità non sembrano esserci in effetti molti dubbi. Persino un portavoce della Commissione europea puntualizza che “sulla sicurezza delle infrastrutture stradali sul Trans-European transport network (Tent) – e il ponte Morandi rientra in questa rete europea – nel caso sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad avere la responsabilità della sicurezza e della manutenzione della strada”.
Polemica su la Gronda
Matteo Renzi cavalca poi il fatto che dopo il crollo in molti si sono ricordati delle posizioni del M5S ligure, nettamente schierato contro la costruzione di una nuova autostrada, detta Gronda. Nel 2012 sul blog di Beppe Grillo fu pubblicato difatti un comunicato (oggi rimosso) del comitato di coordinamento No Gronda, il quale dichiarava: “Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del ponte Morandi”. Un anno dopo, durante la kermesse a Roma di “Italia 5 Stelle”, fu lo stesso Beppe Grillo a schierarsi apertamente contro il progetto della nuova autostrada, gridando dal palco: “Dobbiamo fermarli con l’esercito!”.
“È vergognoso che la parola ‘Benetton‘ non compaia nei giornali mentre tutti danno addosso al MoVimento e in particolare a Beppe Grillo che viene accusato di essere il responsabile del crollo: roba da mentecatti!” afferma però su Facebook Luigi Di Maio. Renzi infatti evidenzia: “Le opere pubbliche in Italia sono bloccate dai ritardi della burocrazia e dai veti di chi dice sempre no, dalla comitatite. La flessibilità per fare le opere pubbliche c’è già. Bisogna fare ciò che è progettato e per i quali progetti i soldi ci sono già. A cominciare dalla Gronda, ma proseguendo con tutti gli impegni già presi dalla Tav agli aeroporti, dalle strade siciliane alle ferrovie calabresi”.
“Da quando Toninelli è ministro tutti i grandi progetti sono stati bloccati. – precisa però – Se si bloccano i progetti, l’Italia crolla“.”Ed è ridicolo che il Movimento Cinque Stelle si affanni a cancellare dal web (impossibile, peraltro) ogni traccia delle proprie contraddizioni. Dicevano no alla Gronda e definivano l’ipotesi del crollo del Morandi una favoletta. – rammenta – Non è una favoletta, è una Tragedia. Lo capite che adesso siete al Governo, non più al Vaffa Day?”.
Il progetto Casa Italia
A Genova “oggi servono solo i progetti. Immediati. Genova è in difficoltà da tempo e il ponte Morandi rischia di essere il colpo di grazia. Per Genova servono innanzitutto i lavori sul Bisagno (partiti con noi, stanno andando avanti anche con gli amministratori di un altro colore politico, bene!), gli investimenti sul Porto sbloccati da Delrio, il Terzo Valico e la Gronda. I soldi ci sono. Le opere vanno fatte. Punto” continua quindi Matteo Renzi, insistendo sull’importanza delle grandi opere.
L’ex premier dichiara infatti di essere molto preoccupato riguardo “le prime scelte di questo Governo”. “Un Governo NoVax, NoTav, NoJobs. Qualcuno persino NoEuro. – sostiene – Almeno sulle Opere Pubbliche chiediamo di cambiare direzione. Continuare a dire no a tutto non ci renderà un Paese più sicuro”. “Il nuovo Governo ha abolito le Unità di Missioni sul Dissesto Idrogeologico e sull’Edilizia Scolastica. Vi prego, ripensateci: ve l’ho chiesto anche in Aula, al Senato. – sottolinea ancora – Non è questione di destra o sinistra. Quelle strutture servono al Paese. Tra poco riaprono le scuole, tra poco arriva l’Autunno. Il progetto Casa Italia, sulla base di un’intuizione di Renzo Piano, era bipartisan. Rimettete in piedi subito le Unità di Missione. Mettete chi volete voi a dirigerle, chiamatele come volete, ma fatelo subito”.
“Saremo i primi ad applaudirvi pubblicamente” assicura infatti. “Penso che quando ci sono dei momenti difficili tutti debbano collaborare. – conclude – Noi oggi siamo opposizione ma in un momento come questo diamo la massima disponibilità a aiutare il Governo e tutte le Istituzioni. Si parta dalla verità, però, non dalle Favolette. E si vada avanti tutti insieme. Noi ci siamo”.
Sciacalaggio e business
“Io dico oggi nel dibattito pubblico si deve capire se lo stato deve di nuovo ricominciare a fare lo Stato e non svendere i propri asset strategici a società provate che hanno finanziare in Lussemburgo e che gestiscono la nostra vita e la nostra sicurezza qui. Chi la butta su altri temi sta facendo sciacallaggio” afferma però Luigi Di Maio.
“La verità è che tutti hanno sempre pensato e anche ora pensano solo al business. – dichiara – Ci sono morti sotto le macerie, feriti negli ospedali e soccorritori al lavoro da 2 giorni e dal gruppo Atlantia dei Benetton arrivano discorsi sul ‘valore residuo’ e dal PD questi attacchi politici indegni, dopo tutti i favori fatti ad Autostrade per l’Italia”.
“È proprio questa mancanza di cuore che ha portato una società ad interessarsi solo dei profitti e un partito solo del suo vantaggio politico. Ma è finita quell’epoca. – ribadisce – Adesso al primo posto ci sono i cittadini e i loro diritti. Chi ha spadroneggiato in questi anni e pensa di poterlo fare ancora, si metta in testa che non lo farà più”.