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Genova, i nomi di chi sapeva che il ponte era a rischio

Genova, chi sapeva dei rischi del Morandi

Nel documento compaiono dirigenti di Autostrade, esponenti del MIT e

È stato depositato alla Procura di Genova un documento che contiene tutti i nomi di chi sapeva che il Ponte Morandi era a rischio crollo. Si tratta di 25 persone. Al momento nessuno di loro è formalmente iscritto nel registro degli indagati. Tra i nomi figurano i dirigenti di Autostrade per l’Italia, alcuni esponenti del Ministero dei Trasporti e diversi funzionari e responsabili della Regione Liguria.

Genova, i nomi

Tra i vertici di Autostrade per l’Italia indicati nel documento figurano Fabio Cerchiai, presidente del Cda; Giovanni Castellucci, ad della società; Paolo Berti, direttore centrale operation; Stefano Merigliani, direttore del primo tronco genovese; Michele Donferri, direttore della manutenzione. Nominati anche alcuni dirigenti di Spea, la società del gruppo Atlantic che ha gestito la sorveglianza e i controlli sul ponte Morandi. Il fascicolo contiene i nominativi dell’ad Antonio Galatà; Massimo Giacobbi, responsabile del restauro del ponte; Massimo Bazzanelli, capo della sicurezza.

MIT e Regione Liguria

Erano a conoscenza della pericolosità del ponte anche Vincenzo Cinelli, direttore generale della Vigilanza del Ministero dei Trasporti; Bruno Santoro, responsabile della divisione tecnico-operativa delle autostrade; Giovanni Proietti, a capo della divisione analisi e investimenti.

Tra i funzionari della Regione ci sono gli architetti Roberto Ferrazza, Alessandro Pentimalli e Salvatore Buonaccorso; Carmine Testa, responsabile locale della direzione di vigilanza. Ferrazza era stato inizialmente designato come presidente della Commissione d’inchiesta sul crollo, incarico revocato da parte del ministro del MIT Danilo Toninelli.

Verso il processo

Gli investigatori hanno depositato anche una seconda lista con i nomi dei soggetti che costituiscono parte lesa nel crollo del ponte. Si tratta complessivamente di 145 persone, che comprendono i feriti e i familiari delle vittime. Ma il numero potrebbe essere destinato ad aumentare qualora venissero inclusi anche gli sfollati che hanno dovuto abbandonare le proprie case sul Polcevera. Questi soggetti potranno costituirsi parte civile al processo che avrà inizio in autunno.