> > Gessopalena, gesso, nazisti e terremoti.

Gessopalena, gesso, nazisti e terremoti.

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Era il 1959 quando la città di Gessopalena in provincia di Chieti fu abbandonata. La nascita di questo antico borgo risale addirittura a prima dei romani, ma è solo nel Medioevo che iniziò ad espandersi creando una sorta di fortificazione intorno alla Majella. E' proprio sul versante del second...

Era il 1959 quando la città di Gessopalena in provincia di Chieti fu abbandonata.
La nascita di questo antico borgo risale addirittura a prima dei romani, ma è solo nel Medioevo che iniziò ad espandersi creando una sorta di fortificazione intorno alla Majella. E’ proprio sul versante del secondo massiccio montuoso più importante degli appennini che sorge Gessopalena.
Il paese venne costruito proprio grazie alla roccia estratta da uno dei massicci facente parte della catena della Majella, la cosiddetta Morgia. Esiste anche una leggenda intorno alla natura di questo sperone. Secondo quanto si racconta, la Morgia era proprio una parte della Majella che l’eroe biblico Sansone staccò e collocò nella posizione attuale. Ovviamente è una leggenda, ma come tutte le leggende ha un fondo di verità. Secondo gli archeologi infatti la Morgia faceva parte della Majella e si staccò da essa in epoca preistorica.

Nel 1705 una prima forte scossa di terremoto mise a rischio la stabilità del paese che, fortunatamente si riprese. Successivamente però altri fatti sconvolsero gli abitanti di Gessopalena. Innanzitutto un altro sisma nel 1933, poi la guerra. Anche i nazisti fecero stazione a Gessopalena.Quando nel 1943 venne dichiarata la fine dell’alleanza tra Germania e Italia, i nazisti – oltre che preoccuparsi di deportare nei campi di concentramento i traditori – iniziarono a rastrellare tutte le città italiane derubando i civili dei pochi beni che possedevano e mettendo in atto delle torture senza paragoni. A Sant’Agata di Gessopalena venne compiuto un vero e proprio eccidio. Era il 21 gennaio 1944- Quarantadue persone vennero rinchiuse in una casa che venne poi data alle fiamme.

I gessani sopportarono di tutto durante la guerra e non a caso ci sono ben due monumenti alla memoria nella città ora abbandonata: uno per la Prima guerra mondiale (molto particolare in quanto due soldati, calpestando dei fucili, si abbracciano) e uno, alla fine della via principale del paese vecchio, per la Seconda.

L’abbandono vero e proprio si ebbe solo nel 1953, quando l’estrazione del gesso si fermò definitivamente.