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GF Vip, Dana Saber abbandonata a 15 anni: parla la donna che l'ha salvata

GF Vip Dana abbandonata

GF Vip, Dana Saber abbandonata a 15 anni: parla la donna che l'ha salvata e che lei non vede dal 2015.

Dana Saber, concorrente molto discussa del GF Vip, è stata abbandonata a 15 anni dal padre. A raccontarlo è stata la donna che l’ha salvata, Katica Linza. 

GF Vip: Dana Saber abbandonata a 15 anni

Intervistata dal settimanale DiPiù Tv, Katica Linza ha parlato della figlioccia Dana Saber. Quando aveva 15 anni, la concorrente del GF Vip è stata abbandonata dal padre perché la nuova compagna non accettava la sua presenza. Finita in una casa famiglia, è stata poi accolta da Katica, che aveva già una figlia. Purtroppo, da qualche anno la donna non sente più la Vippona, ma ha sottolineato che ha sue notizie grazie alla pargola: 

Non la vedo dal 2015 ma attraverso mia figlia la sento spesso. Non sapevo che sarebbe entrata al Grande Fratello Vip. Poco male, almeno adesso so dove si trova, che cosa sta facendo, perché per un certo periodo è stata in giro tra Dubai e Parigi e ho temuto che frequentasse brutta compagnie”.

Il racconto di Katica Linza

La donna che ha salvato Dana ha così raccontato la sua storia: 

“(Il padre della Saber, ndr) aveva deciso di rifarsi una vita con un’altra donna che però non accettò lei. La bambina per qualche tempo visse emarginata. Non c’era chi si occupasse dei suoi problemi. I servizi sociali intervennero e si presero cura di lei. La fecero ospitare in una comunità”. 

La concorrente del GF Vip ha vissuto per un po’ abbandonata a se stessa. Non c’era nessuno che si prendesse cura di lei, poi ha incontrato Katica. 

Dana Saber era “sola e disperata”

Linza ha proseguito: 

“Era sola, disperata. Non sapeva che cosa aspettarsi dal futuro e aveva bisogno di una mamma, di amore, di una casa che la accogliesse. Era un vero bon bon, i suoi occhi tristi mi conquistarono. Ci guardammo e fu amore a prima vista. Pensai di chiederne l’affido: parlai con i responsabili della comunità, mi resi subito disponibile a ospitarla in casa mia. Lei inizialmente si mostrò diffidente. Pensava che non potessero esistere persone disposte a volerle bene. Ma poi accettò e lei e mia figlia Jennifer decisero di dividere la stessa cameretta. Diventarono come sorelle. Non era mai entrata in una gelateria o pizzeria. Provvedemmo a farle fare tutte le esperienze possibili. Gite, musei: quello quello che si poteva”.