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Ghiacci dell'Artico: a maggio segnato nuovo record negativo

Ghiacci dell'Artico: a maggio segnato nuovo record negativo

Il riscaldamento globale della Terra continua a fare danni, infatti nel mese di maggio i ghiacci dell'Artico hanno segnato un nuovo  record negativo.   Maggio è stato un mese che per i ghiacci dell'Artico ha segnato un nuovo record negativo, cioè l'estensione degli stessi è stata la piÃ...

Il riscaldamento globale della Terra continua a fare danni, infatti nel mese di maggio i ghiacci dell’Artico hanno segnato un nuovo record negativo.

Maggio è stato un mese che per i ghiacci dell’Artico ha segnato un nuovo record negativo, cioè l’estensione degli stessi è stata la più bassa di tutti i mesi di maggio dal 1979 ad oggi, il dato è stato comunicato dal National Snow and Ice Data Centre statunitense.

In pochi anni il Polo Nord ha perso una superficie pari alla grandezza dell’intera Spagna e va ricordato che i ghiacci dell’Artico avevano già segnato lo stesso record negativo anche nei mesi di gennaio, febbraio e aprile di quest’anno. L’estensione dei ghiacci a maggio 2016 è stata di circa 12 milioni di km quadrati, con 580.000 km quadrati in meno del record precedente realizzato nel maggio del 2004.

Se invece si fa un calcolo ancora più grande nel tempo, rispetto alla media che va dal 1981 al 2010 si sono persi ghiacci in questo mese pari a 1,39 milioni di chilometri quadrati, soprattutto a causa delle altissime temperature che si fanno sentire anche in Antartide.

Il National Snow and Ice Data Centre ha osservato uno scioglimento prematuro dei ghiacci nelle zone del mar di Barents e l’arrivo di correnti di aria calda proveniente dalla Siberia e dall’Europo settentrionale, con un innalzamento delle temperature artiche di 5 gradi rispetto alla media.

Purtroppo a causa del riscaldamento globale questo processo nelle proiezioni fatte non dovrebbe arrestarsi, ma anzi, peggiorare, perchè questi mesi sono caldi anche nell’Artico ed in autunno la formazione dei ghiacci continua ad essere molto al di sotto della media.

Dal 1979 anno in cui sono iniziati i rilevamenti satellitari la superficie della calotta polare è diminuita del 2,6% ogni 10 anni e secondo gli studiosi l’estate prossima sarà una delle più calde della storia e quindi il rischio di continui scioglimenti continuerà ad essere altissimo.