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Giachetti in sciopero della fame: congresso PD ora o mai più

roberto giachetti

Roberto Giachetti avverte che il PD è in caduta libera nei sondaggi e che serve fissare subito la data del congresso per cercare un nuovo leader.

Roberto Giachetti spiega perché è in sciopero della fame. Fissare al più presto la data del congresso infatti per l’esponente dem è vitale, soprattutto per il PD. “E’ necessario arrivare all’investitura di una leadership e di una linea politica rapidamente” avverte infatti.

Giachetti: Pd in caduta libera

“Non faccio uno sciopero della fame per ricattare altri su una data che voglio io, io faccio uno sciopero della fame per ricordare che il PD si è impegnato a stabilire che si fa il congresso entro le europee? Ora tirino fuori una data” esorta ancora una volta Roberto Giachetti. L’ex vicepresidente della Camera porta avanti questa protesta dal 18 settembre, e solo per chiedere che “sia rispettato un impegno che è stato preso dall’Assembla nazionale del PD” sottolinea in una intervista a Fanpage.it.

“A luglio ha dichiarato che il congresso ci sarebbe stato entro le elezioni europee (maggio 2019, ndr). – prosegue – Se ne parla e se ne continua a parlare ma la data non esce mai fuori”. “Ho deciso di fare lo sciopero poi anche alla luce di quello che sta accadendo, e non solo per le cene di Calenda. – spiega – Il fatto è che i sondaggi ci danno in caduta libera, però il dibattito politico che esiste inevitabilmente all’interno del partito slitta puntualmente in qualunque sede tranne che in quella congressuale”.

Serve un nuovo leader

Roberto Giachetti puntualizza quindi: “Penso che imponga ad una classe dirigente un po’ impaurita arroccata e fragile fare uno scatto d’orgoglio, anche per corrispondere all’orgoglio dei nostri militanti”. L’esponente dem rammenta infatti: “Noi abbiamo ancora milioni di militanti che vogliono reagire ma se noi sterilizziamo la situazione per un anno rischiamo che – avverte – quando poi finalmente facciamo il congresso siamo in dieci, e che il popolo se n’è andato“.

“La risposta ora non la devono dare né Renzi, né Gentiloni, né Franceschini. La palla è in mano alle due persone che hanno l’autorità di prendere le decisioni. Uno è il segretario del partito (Maurizio Martina, ndr), l’altro è il presidente del partito (Matteo Orfini, ndr)” chiarisce.

Giachetti osserva quindi come sia singolare che Orfini, che è anche il presidente dell’Assemblea nazionale che ha detto che si sarebbe fatto un congresso entro le europee, se ne esci poi con l’idea di “sciogliere il PD”. E’ necessario, conclude, “arrivare all‘investitura di una leadership e di una linea politica rapidamente” e capire che questa deve andare “oltre le proprie provenienze”.