Svolta nelle indagini sull’omicidio di Gianmarco Pozzi, il campione di kickboxing ucciso a Ponza nell’agosto 2020, massacrato di botte: due tracce di dna maschili sono state trovate sulla carriola che ha trasportato il cadavere.
La carriola
La carriola rappresenta un tassello importante nelle indagini sulla morte di Pozzi. Un testimone infatti aveva raccontato di aver visto tre uomini trasportare su una carriola il corpo di un uomo ricoperto da un telo nero. A ritrovarla è stato il padre di Gianmarco, Paolo, accanto all’intercapedine in cui era stato nascosto il corpo del figlio.
I due dna
Sulla carriola sono emerse due tracce di dna appartenenti a due uomini. Uno è dello stesso Gianmarco, l’altro potrebbe appartenere al misterioso killer.
Gli avvocati della famiglia Pozzi hanno indicato agli inquirenti una serie di nomi con cui comparare le tracce di dna. Si tratta di persone con cui il giovane ha avuto dei rapporti durante la sua permanenza a Ponza, alcune delle quali lavoravano come addette alla sicurezza nei locali di Ponza, altre nelle forze dell’ordine. Proprio con queste ultime Pozzi avrebbe avuto dei feroci litigi i giorni precedenti la morte.