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Giocampus riduce le cattive abitudini alimentari

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 Giocampus è il programma educativo sperimentato a Parma e approvato dalla Societa' italiana di pediatria, che ha ottenuto in dieci anni una stabilizzazione della percentuale di bambini con problemi di peso e un ''netto'' miglioramento delle abitudini alimentari. Illustrando i risultati al 68°...

Giocampus estate Giocampus è il programma educativo sperimentato a Parma e approvato dalla Societa’ italiana di pediatria, che ha ottenuto in dieci anni una stabilizzazione della percentuale di bambini con problemi di peso e un ”netto” miglioramento delle abitudini alimentari.

Illustrando i risultati al 68° congresso della Sip, Maurizio Vanelli, ordinario di pediatria dell’Universita’ di Parma e membro del comitato scientifico del progetto, ha sottolineato come il metodo educativo innovativo proposto da Giocampus, che coinvolge famiglie, insegnanti, amministrazione, societa’ sportive e Coni, ha portato ad esempio ”a un aumento del consumo di frutta al mattino del 20%, mentre sono triplicati i ragazzi coinvolti in attivita’ fisiche extrascolastiche”. Sono anche ”calati dal 30 al 18% i bambini che fanno colazione davanti alla tv, i distributori di bibite nelle scuole sono spariti e sostituiti da quelli per l’acqua ed e’ aumentato del 102% il numero di bambini che con il servizio ‘pedibus’ va a scuola a piedi”.

Il progetto offre ai bambini delle scuole elementari 60 ore l’anno di educazione motoria in piu’ rispetto al programma ministeriale e a partire dalla terza elementare anche 20 ore di educazione alimentare. ”Il nostro metodo mette il bambino al centro delle sue esperienze di salute – ha spiegato Viviana Finistrella, psicologa esperta di nutrizione e disturbi dell’alimentazione – stimolando la sua curiosita’ e puntando sulle esperienze pratiche con cui sviluppa delle competenze sul suo benessere e la sua salute”. L’alimentazione, ha aggiunto, ”e’ vista come legata alla vita del bambino e alla sua personalita’, tanto che alcune unita’ operative spiegano la relazione ad esempio con l’autostima, la socializzazione”.