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Giorgia Meloni apre un varco sul cuneo e spacca il fronte dei sindacati

Giorgia Meloni

Durante l'incontro di ieri sera Meloni ha spaccato il fronte dei sindacati con una serie di aperture tranne che sul RdC

La manovra messa in atto da Giorgia Meloni durante l’incontro con Cgil, Cisl e Uil è stata sottile: la premier apre un varco sul cuneo fiscale e spacca il fronte dei sindacati. Il tutto con le nuove norme del Decreto lavoro prevedono fino a sette punti di taglio e fringe più detassati. Una primissima apertura dunque Meloni l’ha ottenuta in merito alle misure sul cuneo da parte di Cgil, Cisl e Uil, ma con sfumature diverse. La forte contrapposizione iniziale ha lasciato il campo ad un “confronto più soft e dialogante con i suoi interlocutori”, come spiega Ansa.

Meloni spacca il fronte dei sindacati

La Meloni ha detto: “Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi’. Era un modo per dire ‘ci siamo e ci siamo tutti’. Una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo”. E i risultati? Sbarra sospende il giudizio, Bombardieri che non parla più di bocciatura totale e Landini che non vede apertura sufficienti per bloccare la mobilitazione. Ma in cosa sarebbe stato migliorato il pacchetto complessivo dell’Esecutivo?

Quali sono state le ulteriori modifiche

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo aumenterà di quattro punti arrivando fino a sette per chi guadagna fino a 25mila euro. E ancora: il tetto per la detassazione dei fringe benefit dei lavoratori dipendenti con figli a carico che sale a 3.000 euro. Resta il tema divisivo della definitiva scomparsa del Reddito di cittadinanza e resta la scomparsa in favore dell’Assegno di inclusione per una spesa complessiva calcolata in 5,4 miliardi di euro nel 2024. Lo Strumento di attivazione al lavoro, che partirà dal prossimo primo settembre, costerà 276 milioni nel quest’anno e 2,1 miliardi il prossimo.