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Giornalista sequestrato dai russi: "Torturato e minacciato per otto giorni"

Giornalista sequestrato dai russi

Il giornalista Oleh Baturyn è stato sequestrato, minacciato e picchiato dai russi che volevano estorcergli informazioni: il suo racconto.

Il giornalista Oleh Baturyn, sequestrato, picchiato e minacciato di morte per oltre una settimana dai soldati russi, ha raccontato l’inferno subito prima della liberazione.

Giornalista sequestrato dai russi

Intervistato da Repubblica, ha spiegato che durante i giorni del sequestro i militari gli hanno dato raramente da mangiare o da bere e ha dormito su una branda dura come la pietra con un freddo pungente senza mai potersi lavare. Tutto ha avuto inizio a Kharkova, nel sud dell’Ucraina, quando Oleh ha abboccato a un falso appuntamento. “Appena arrivai lì notai subito uno strano minivan con targa ucraina e poco dopo cinque uomini scesero dal minivan e cominciarono a picchiarmi selvaggiamente“, ha sottolineato.

Dopo averlo buttato a terra con il volto schiacciato sull’asfalto, ha continuato, gli hanno chiesto dove avesse il cellulare e i documenti e poi per poi riprendere a pestarlo perché non li aveva con sé. Poi il sacco in testa e lo spostamento durante il quale, con le braccia legate dietro la schiena, gli hanno chiesto i nomi dei giornalisti e degli attivisti pro-ucraini, i luoghi di incontro, le identità vere dietro ad alcuni canali Telegram e gli indirizzi di casa.

“Vogliono costringerci a tradire”

“Ogni tanto entravano e mi chiedevano qualcosa ma nessuno mi diceva nulla sul mio destino” ha aggiunto fino a quando, all’ottavo giorno, senza alcuna spiegazione, lo hanno rilasciato. “I russi rapiscono i giornalisti per terrorizzarli, per costringerli a fare i delatori e a chinare la testa all’occupante. Per quanto mi riguarda, non succederà mai“, ha concluso ribadendo di non aver detto alcuna parola agli avversari.