> > Giornalista si suicida in Iran dopo essere stato rilasciato

Giornalista si suicida in Iran dopo essere stato rilasciato

Jafari-Rad

Mohsen Jafari-Rad, giornalista e regista di 36 anni, si è suicidato dopo essere stato rilasciato dal carcere. Era stato arrestato durante una protesta.

Mohsen Jafari-Rad, giornalista e regista di 36 anni, si è suicidato dopo essere stato rilasciato dal carcere. Era stato arrestato durante una protesta anti regime.

Giornalista si suicida in Iran dopo essere stato rilasciato

Mohsen Jafari-Rad, giornalista e regista iraniano, si è suicidato dopo essere stato scarcerato in Iran. Il 36enne era stato arrestato qualche settimana fa durante le proteste anti regime e si è tolto la vita domenica 8 gennaio, come riportato dalla Bbc Persian in base ad alcuni report provenienti dal Paese. Il primo a rendere nota la notizia della morte del regista è stato il collega Hoshang Golmakani, direttore della rivista Film-e Emrouz, che ha dato l’annuncio su Instagram. “Suicidio dopo la libertà. Il nostro collega si è tolto la vita prendendo delle pillole domenica. Era stato arrestato qualche settimana fa durante le proteste a Karaj, mentre tornava a casa. Dopo due settimane di detenzione, è riuscito finalmente a dimostrare di non essere stato presente alle manifestazioni, ma…” ha scritto Golmakani, che non ha fornito altre spiegazioni.

I casi di suicidio dopo il rilascio

Non si tratta del primo caso di suicidio dopo il rilascio dalle carceri iraniane, tanto che molti parlano di morti sospette, come ricordato dalla Bbc. Nell’ultima settimana i rapporti hanno riferito di prigionieri politici che si sono suicidati dopo essere stati rilasciati, tanto che molte persone sospettano che ai detenuti vengano somministrate forti droghe che potrebbero causare tendenze al suicidio. Jafari-Rad aveva un master in cinema e ha scritto su diverse riviste del settore. Ha collaborato con oltre 20 testate e dal 2008 ha iniziato a creare cortometraggi e documentari. Durante la repressione delle proteste anti regime, iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, oltre 500 persone sono state uccise e migliaia di cittadini arrestati.  Non ci sono informazioni precise su dove si trovino né sulla loro sorte.