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Giornalista ucciso a Kiev, tensione tra Russia e Ucraina

Babchenko giornalista russo

Il reporter russo è stato ucciso da degli spari. Era noto per le sue posizioni critiche verso il Cremlino, aveva lasciato la Russia dopo minacce.

C’è grande tensione tra Russia e Ucraina in seguito all’episodio dell’uccisione del giornalista Arkady Babchenko, ritrovato sanguinante nel suo appartamento di Kiev e morto mentre l’ambulanza lo trasportava in ospedale nella giornata di martedì 29 maggio. Il cronista 41enne di nazionalità russa era noto per le sue posizioni critiche verso il Cremlino, tanto che nel 2017 aveva dovuto lasciare la Russia dopo avere ricevuto delle minacce. Successivamente all’omicidio, il primo ministro ucraino ha pubblicato un post su Facebook nel quale si dice sicuro del coinvolgimento della Russia. Babchenko in passato aveva fatto parte delle forze armate russe, dedicandosi poi dal 2000 al giornalismo in qualità di corrispondente di guerra per alcune testate.

Giornalista russo ucciso in Ucraina

È destinata a fare discutere e accrescere ulteriormente le tensioni tra Russia e Ucraina la morte del giornalista Arkady Babchenko, di nazionalità russa ma morto a Kiev, in seguito a degli spari ricevuti in prossimità del suo appartamento.

L’episodio è avvenuto martedì 29 maggio, quando Babchenko stava lasciando il suo appartamento per andare a comprare del pane. Appena fuori dall’edificio, avrebbe ricevuto tre colpi di proiettile alla schiena, provenienti probabilmente da qualcuno che lo stava aspettando. L’uomo di 41 anni è stato ritrovato dalla moglie ricoperto di sangue, ed è fine morto mentre l’ambulanza lo trasportava in ospedale.

Nonostante si sappia ancora pochissimo sull’autore dell’omicidio, sono alti i sospetti che vorrebbero la morte del giornalista legata alle sue posizioni critiche verso la Russia, le stesse che l’avevano obbligato a lasciare il suo Paese d’origine nel febbraio 2017 dopo aver ricevuto delle minacce. La vittima aveva infatti più volte manifestato il suo dissenso all’appoggio dato da Putin ai separatisti ucraini e verso l’annessione della Crimea.

Babchenko aveva fatto parte delle fatto parte delle forze armate russe combattendo nei due conflitti in Cecenia, prima di dare una svolta alla sua carriera nel 2000 diventando corrispondente di guerra per alcune testate.

Nel dicembre 2016, aveva fatto molto discutere un post di Babchenko in cui il reporter si diceva indifferente per l’incidente dell’aereo costato la vita a un coro militare russo diretto in Siria. In seguito a quel contenuto, l’uomo aveva ricevuto molte minacce decidendo quindi di lasciare la Russia nel febbraio 2017, scelta spiegata così: “Non mi sento più al sicuro in questo Paese”.

La morte di Babchenko ha immediatamente scatenato accuse reciproche tra le due nazioni coinvolte. Anton Gerashchenko, un legislatore ucraino e consigliere del ministro degli interni, ha scritto che gli investigatori “indagheranno sulle agenzie di spionaggio russe e sui loro tentativi di sbarazzarsi di coloro che cercano di dire la verità su ciò che succede in Russia e Ucraina”. Lo stesso primo ministro ha spiegato in un post su Facebook: “Sono sicuro che la macchina totalitaria russa non gli ha perdonato la sua onestà e il suo atteggiamento di buoni principi”.

Altrettanto secca la risposta del legislatore russo Yevgeny Revenko, che ha detto: “L’Ucraina sta diventando il Paese più pericoloso per i giornalisti. Il governo ucraino non è in grado di garantire le libertà fondamentali”.

Gli sviluppi

Aggiornamento ore 16:50: 007 ucraini confermano che Babchenko non è morto. Era una messa in scena, è lo stesso giornalista a scusarsi pubblicamente.