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Giornate CGIL: Di Maio diserta incontro con Landini a Lecce

Landini Di Maio

Maurizio Landini della CGIL commenta il fatto che Luigi Di Maio non parteciperà alle quattro "giornate del Lavoro" organizzate a Lecce.

Il vicepremier Luigi di Maio annuncia di avere “altri impegni” e diserta le quattro “giornate del Lavoro” della CGIL organizzate Lecce. Maurizio Landini si chiede quindi: “Se è un governo del cambiamento, quali sono i soggetti con cui confrontarsi se non i sindacati e i lavoratori?”.

Landini contro Di Maio

“E’ un governo che dice di voler essere il governo del Cambiamento: il cambiamento non si fa senza le lavoratrici ed i lavoratori del Paese e non si può fare neanche contro lavoratrici ed lavoratori” chiarisce Maurizio Landini. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio diserta infatti le quattro “giornate del Lavoro” della CGIL organizzate Lecce, dove avrebbe potuto confrontarsi con il segretario confederale del sindacato di Corso Italia ed il leader di Confindustria Vincenzo Boccia.

“Credo che sia una perdita soprattutto per lui” specifica Landini ai cronisti presenti che gli chiedono se è rimasto deluso per questa assenza. “Non voglio polemizzare, – precisa comunque il sindacalista ex della Fiom – avremo credo anche altre occasioni per poterci confrontare”. Landini però non manca di porre una domanda: “Un governo che pensa di cambiare questo Paese o lo fa assieme a chi lavora, e quindi anche con le organizzazioni sindacali, o lo fa con chi? – chiede – Chi sono i soggetti?“.

Il segretario confederale chiarisce che la CGIL non farà sconti a nessuno, e auspica quindi un confronto con Di Maio sulla manovra perché “c’è bisogno di cose molto precise che devono essere fatte e rapidamente”. Tra queste, elenca, la “carta dei Diritti, la reintroduzione dell’articolo 18, le pensioni, una riforma fiscale che non faccia pagare meno chi ha tanti soldi ma riduca le tasse a chi le ha sempre pagate” ma anche “nuovi investimenti e assunzioni nel pubblico impiego”. Landini è chiaro: “Il problema di questo Paese non sono infatti i migranti, non è la pelle nere ma è il lavoro nero, e generalmente il lavoro nero lo fanno fare degli imprenditori che hanno la pelle bianca”.