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Giovane donna trovata morta in piscina di casa: è giallo

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Giovane di origine nigeriana di 35 anni trovata cadavere nella piscina della villa del suo compagno, 78. Si seguono tutte le piste, anche l’omicidio.

Giallo nel comune di Cavacurta, in provincia di Lodi, dove una giovane di origini nigeriane, Josephine Odijie Odehi, 35 anni, è stata trovata morta domenica 3 giugno 2018 nella piscina della cascina del fidanzato, un facoltoso 78enne, Stefano Acerbi. A fare la macabra scoperta, la domestica, che ha avvisato i carabinieri di Codogno.

Il cadavere di Josephine era nudo, e vi sarebbero stati trovati alcuni lividi. L’autopsia eseguita dal medico legale Luca Taiana, di Pavia, potrebbe chiarire le cause e l’orario del decesso, che potrebbe essere avvenuto sabato sera. Alcune fonti avevano inizialmente sostenuto che la donna indossasse il costume da bagno, nella piscina, e che sul corpo non vi fossero segni di violenza, ma la realtà sarebbe diametralmente opposta. Tuttavia le ferite rinvenute potrebbero dipendere da una caduta accidentale. Nella zona della casa dove si trovava il cadavere, nulla poteva far pensare a un delitto, tranne il fatto che l’abitazione fosse a soqquadro. Un tentativo di rapina fino male o un depistaggio? La Procura della Repubblica, con a capo Domenico Chiaro, sta indagando sull’episodio e la cascina è stata posta sotto sequestro.

Alcuni dettagli della vicenda

Gli inquirenti pensano d’interrogare il compagno della 35enne, che la frequentava da otto anni, anche se lei non viveva sempre con lui. L’uomo avrebbe un alibi: pare che al momento della tragedia si trovasse al mare per una gita in barca nel fine settimana, mentre la giovane era rimasta a casa a studiare, perché lunedì 4 giugno l’attendeva diventare operatrice socio-sanitaria. Acerbi aveva ipotizzato una congestione avvenuta in piscina, aggiungendo che la giovane era molto agitata per la prova che avrebbe dovuto superare. Tuttavia l’uomo ha precisato che lei avrebbe voluto sostenerla soltanto per realizzazione personale, non perché avesse necessità di lavorare.

Auto carabinieri

Chi era la donna

La giovane, nata in Nigeria nel 1983, viveva in Italia da molti anni, e nel 2016, a Milano, aveva acquisito la cittadinanza. Almeno da due anni abitava a Cavacurta, a cascina Reghinera, di proprietà del compagno. Una sorella di Josephine abita anche lei nel nostro Paese, ma la maggior parte della loro famiglia (il padre e gli altri fratelli) è rimasta in Africa. Per il procuratore Chiaro la donna era “perfettamente integrata” e conduceva una “vita normalissima”. Tuttavia il sindaco uscente Daniele Saltarelli (si appresta a lasciare l’incarico in un comune commissariato, che il 10 giugno avrà elezioni anticipate) ha riferito che in paese non la si vedeva spesso. Lui aveva avuto occasione d’incontrarla soltanto una volta proprio pochi giorni fa, perché lei intendeva ospitare un’amica coetanea dalla Nigeria.

Josephine