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Giovanni Rana sul futuro dell'azienda tra estero e digitale

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Intervista all'imprenditore, il suo rapporto con i social e la partnership con Amazon: "Prodotti contraffatti? Le istituzioni non ci aiutano!"

Ottant’anni sulla carta, ma in volto la grinta di un ragazzino. Giovanni Rana è uno dei personaggi simbolo dell’italianità all’estero. Il fondatore dell’omonimo pastificio è stato insignito del premio di “Comunicatore Universale”: l’imprenditore, leader mondiale nel mercato della pasta fresca, ha parlato ai microfoni di Notizie.it del suo rapporto con la comunicazione digitale, del segreto del suo brand e delle novità sulla partnership con Amazon, il colosso di Jeff Bezos. Non può mancare il commento sulla falsificazione dei prodotti italiani oltreconfine: “Le istituzioni non ci aiutano, ma noi siamo pronti a tutto!”.

Il rapporto di Giovanni Rana con il digitale

Qual è il suo rapporto con i social media? Conosce Facebook e Instagram oppure ha uno staff che si occupa della sua comunicazione?
Intanto c’è da dire che il telefonino lo uso appena…però ho la mia segretaria, la mia compagna e tutto il mio staff che se ne occupa: sono tutti bravissimi con Instagram e i social media. Adesso abbiamo un ufficio interamente dedicato alla comunicazione social con a capo mia nuora che dirige da un paio d’anni un team di giovani ragazze. Ormai siamo in tutti gli Stati Uniti e in tutta Europa, siamo entrati anche nel mercato giapponese…insomma abbiamo una famiglietta un po’ numerosa e allora dobbiamo coordinarci anche con le vendite online. Amazon ci ha proposto di aprire una partnership per la vendita online dei nostri prodotti, i nostri tortellini, un prodotto fresco consegnato in uno o due giorni.

Come si informa ogni giorno? Ha già familiarizzato con il giornalismo online o è ancora fedele alla carta stampata?
Per me sentire l’odore della carta stampata è il massimo, sono cinquant’anni che la sento e non mi stanco mai. Ho ottant’anni dunque per altre cose lascio spazio ai giovani, naturalmente adesso faccio un po’ di pubbliche relazioni, perchè essendo molto conosciuto e avendo ormai quasi piu del 90% di notorietà in Italia sono obbligato. Mi conosco un po’ tutti anche in Francia e Spagna, abbiamo girato anche degli spot e adesso dobbiamo avere la forza di farci conoscere sui social e via internet, è troppo importante.

Brand e mercato estero

Il suo è un brand consolidato negli anni e al passo con i cambiamenti della società. Qual è il segreto di questa longevità?
Il nostro lavoro è la base del successo. Pensa che ora noi facciamo circa centottanta tipi di ripieno, sono partito solo con quello alla carne e quello ricotta e spinaci. Dobbiamo essere sempre attenti alla richieste del mercato. Noi siamo tradizionalisti e preferiamo i “sapori della nonna” ma, il consumatore non è più soltanto l’italiano: ora abbiamo anche asiatici e africani, non parliamo poi degli Usa dove abbiamo dovuto creare prodotti adattati ai sapori delle diverse etnie. In Inghilterra hanno sapori differenti, in Spagna allo stesso modo si privilegiano altri gusti. Ci siamo attrezzati: abbiamo un ufficio di ricercatori per i sapori, dei laureati che vanno alla ricerca del gusto giusto per accontentare i più svariati tipi di clientela. Non è mica detto che quello che piace a me, piace a tutti! Dobbiamo capire i bisogni del mondo, i popoli si miscelano in modo veloce. Se uno è abituato a mangiare piccante, pretende il piccante! E’ un’evoluzione terribile questa sui gusti, e non solo sui social o su internet!

La contraffazione del prodotto italiano

Il prodotto italiano all’estero molte volte viene torturato e massacrato dalle imitazioni. Pro o contro? Quanto è importante preservare i prodotti tipicamente italiani?
Sono assolutamente per l’integrazione del prodotto italiano. Noi lavoriamo negli Stati Uniti, abbiamo uno stabilimento a Chicago con circa 400 persone che ci lavorano, e da sempre utilizziamo prosciutto italiano, parmigiano reggiano insieme ad altri prodotti che però prendiamo sul posto. Tanta roba la compriamo lì (in Usa), hanno prodotti buoni anche loro e bisogna mettere in atto la nostra maestria: siamo maestri pastai, loro ne sanno poco andranno pure sulla luna ma sulla tavola si appiattiscono.

Diffidiamo dalle imitazioni.
Questa roba che ci copiano è una bella storia. Da un punto di vista è un orgoglio perchè mi dico che se mi copiano significa che sono bravo, d’altro canto però l’imitazione dei nostri prodotti ci danneggia. Vendono a malo prezzo prodotti scadenti. L’unica salvezza è tenere alta la qualità, perche le istituzioni in Italia non è che ti aiutano molto a salvarti da questa terribile ondata di gente che continua a copiarci in tutti i settori.