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Girlboss, serie TV Netflix: streaming, cast e data uscita

Girlboss

Alcune informazioni su Girlboss, la nuova serie targata Netflix, coprodotta da Charlize Theron e tratta dal best seller autobiografico di Sophia Amoruso.

Dal caso letterario alla serie TV

L’autobiografia di Sophia Amoruso fu un piccolo ma significativo caso letterario di qualche anno fa (del 2014, per la precisione), ripercorrendo quasi alla lettera l’ascesa repentina e l’altrettanto rapida affermazione della sua autrice. Ora, quello che era una sorta di diario senza troppe pretese letterarie, è pronto a fare la sua degna (si spera) figura anche sul piccolo schermo: parliamo, per chi non lo avesse capito, di Girlboss, una nuova serie televisiva prodotta fra gli altri da Charlize Theron e distribuita dal sempre più vorace colosso dello streaming online Netflix.

Un caso letterario che diventa (o minaccia di diventare) un caso televisivo? Ai posteri, come si dice in questi casi, l’ardua sentenza. Sta di fatto che, malgrado l’annuncio dell’imminente distribuzione della serie non fosse stato salutato da squilli di tromba, più passano i giorni, più si avvicina il varo della serie, più l’hype sale fino a toccare vette impensabili anche solo fino a poche settimane fa.

Girlboss: di cosa parla

Quale è la trama di Girlboss? Come detto, il nucleo centrale della narrazione è la vita di Sophia Amoruso, e di come quest’ultima sia giunta al successo. Nell’autobiografia della stessa Amoruso (californiana di origini italiane, greche e portoghesi, classe 1984), l’autrice si descrive come una ex adolescente problematica, cui in età scolare furono diagnosticati sintomi di depressione e disturbo da deficit dell’attenzione. A complicare la situazione, si mise anche un carattere ribelle e insofferente alle regole, e infine giunse anche il divorzio dei genitori, evento che la obbligò a traslocare dalla natia San Diego a Sacramento.

Fu una indole poco addomesticabile, dunque, a condurre la giovane Sophia verso una vita nomade ed errabonda, fatta di autostop e piccoli furti. Successivamente, si impiegò come guardia di sicurezza a San Francisco, per la precisione alla Academy of Art University; fu in questo periodo che la ragazza aprì un account su eBay denominato Nasty Gal Vintage (dal nome di un album del 1975 della stella della funky music Betty Davis), in cui iniziò a vendere vestiti e accessori usati dall’aspetto rétro. All’epoca, Sophia Amoruso aveva 23 anni, e stava dando inizio alla sua fortuna come imprenditrice.

L’account su eBay divenne in poco tempo un portale autonomo, e il marchio Nasty Gal cominciò ad affermarsi come l’ultimo trend in fatto di abbigliamento giovane e à la page, attirando la curiosità di media, illustri testimonial e un folto popolo di giovani – e all’epoca rampanti – hipster. Amoruso fu abile a sfruttare soprattutto i social media per pubblicizzare i suoi prodotti, e l’indotto finanziario divenne in breve tempo molto consistente. La serie si concentra sull’ascesa di Sophia nel mondo della finanza e della moda, ma anche delle problematiche che scaturiscono dal fatto di essere l’imprenditrice di se stessa.

Girlboss: cast

La serie è stata creata, e in parte scritta, da Kay Cannon, già autrice della trilogia cinematografica a sfondo musicale Pitch Perfect. Per la parte di Sophia Amoruso è stata scelta Britt Robertson, classe 1990, una carriera fra cinema e televisione per il momento confinata tra l’underground e piccole parti in prodotti hollywoodiani di risulta. Per gli altri ruoli, sono stati scelti tutti interpreti non meno emergenti: Ellie Reed, Johnny Simmons, Alphonso McAuley, cui si aggiungono i veterani Dean Norris, Jim Rash, Louise Fletcher (forse la più famosa del cast, soprattutto grazie al ruolo iconico della spietata infermiera dell’ospedale psichiatrico in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman), Melanie Lynskey (anch’essa abbastanza famosa, grazie al ruolo di adolescente problematica in Creature del cielo di Peter Jackson, nel 1994, accanto a un’altrettanto giovanissima – e già allora molto promettente – Kate Winslet) e la celebre veterana dell’universo drag queen RuPaul Charles.

La prima stagione della serie è stata girata nel corso dell’estate del 2016, interamente a Los Angeles. Non è ancora sicuro se la serie verrà rinnovata per una seconda annata.

Girlboss: data di uscita

La prima stagione di Girlboss è strutturata su 13 episodi, della durata di poco meno di mezz’ora ciascuno. Gli episodi sono tutti disponibili su Netflix a partire dallo scorso 21 aprile: infatti, come sempre in questi casi (e come da policy consolidata del servizio), la piattaforma di streaming online preferisce mettere a disposizione del pubblico le stagioni intere dei propri prodotti, senza scaglionare gli episodi con cadenza periodica come fa abitualmente – anche per oggettive necessità – la TV generalista.

Si tratta, a ben vedere, della vera rivoluzione delle piattaforme di streaming, le quali sono in grado di mettere gli spettatori nella condizione ideale di determinare in piena e totale autonomia le modalità e i tempi di fruizione dei prodotti audiovisivi che gli vengono offerti. In questo modo, inoltre, è sì utile conoscere la data di uscita, ma questa non deve essere interpretata con l’ansia dell’appuntamento indifferibile; la data di uscita, infatti, in questo caso, indica solamente il giorno a partire dal quale il prodotto è reso disponibile per lo streaming, e non la data di una vera e propria messa in onda, che di fatto non c’è.

Ne consegue che la distribuzione via streaming finisce con il somigliare più a una distribuzione cinematografica – con un coefficiente di libertà di movimento ancora maggiore – che a un vero e proprio broadcasting televisivo, con il vantaggio che, nel caso dello streaming, è il “film” che arriva a casa dello spettatore e non viceversa.

Girlboss: streaming

Come sempre, quando si parla di prodotti in esclusiva su Netflix (non a caso, abbiamo evocato le medesime peculiarità sia quando abbiamo parlato di 13 Reasons Why, sia quando abbiamo annunciato la serie canadese Anna), anche Girlboss è reperibile in maniera legale solo e unicamente su tale piattaforma. Le altre piattaforme che propongono la medesima serie in streaming lo fanno senza autorizzazione, e quindi in maniera non legale. Pertanto, se ne sconsiglia vivamente l’utilizzo, o quantomeno si segnala che tale utilizzo è da intendersi nella piena responsabilità del singolo utente. Peraltro, ricorrendo allo streaming di Netflix, si ha la possibilità di godere di numerosi benefit; tra questi, l’opportunità di apprezzare la serie – e tutti gli altri prodotti della piattaforma – nella sua piena risoluzione (che è un bel 4K) così come nel suo formato originale (16:9, quindi schermo panoramico, a incrementare la configurazione fortemente cinematografica della serie).