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Giuseppe d’Auria morto di Covid, la compagna: “Nessuno gli ha consigliato il ricovero”

Giuseppe D'Auria e Deborah Ruggieri

Giuseppe d’Auria morto di Covid, la compagna: “Nessuno gli ha consigliato il ricovero, i medici dell’Usca gli hanno prescritto cure domiciliari"

Il 56enne di Misano Giuseppe d’Auria è morto di covid ma la compagna non ci sta a farlo passare per un no vax irriducibile ed ai media ha rivelato: “Nessuno gli ha consigliato il ricovero”. La 29enne Deborah Ruggieri ha spiegato sulle pagine del Resto del Carlino che il compagno era indubbiamente un no vax, ma che non aveva affatto rifiutato di ricoverarsi, semplicemente sarebbe stato assecondato nella sua scelta di effettuare cure domiciliari poi rivelatesi inutili fino all’esito fatale del coronavirus il 16 novembre scorso

Giuseppe d’Auria morto di Covid ma a detta della compagna “mal consigliato”

Ha spiegato la Ruggieri: “Non ha mai rifiutato il ricovero, non era stato neanche consigliato. Sono venuti a visitarlo a casa i medici dell’Usca, il team di assistenza domiciliare ai malati di Covid, il giorno prima che morisse, ma gli hanno prescitto di continuare la cura a casa“. D’Auria, ex maresciallo d’aeronautica, e titolare della gelateria Kono di Riccione, era un no vax e un no Green Pass

La versione di Deborah su Giuseppe d’Auria, il compagno morto di Covid: il documento-prova

Tuttavia la compagna ha spiegato: “Tutto vero, però volevo precisare che la dottoressa che l’ha visitato per l’ultima volta, non gli ha consigliato il ricovero. Ho un documento che lo testimonia”. Continua Deborah: “A prendere il Covid per prima sono stata io con tre giorni di febbre. Il 6 novembre Giuseppe fa il tampone rapido e scopre di essere positivo. Due giorni dopo anche il molecolare conferma la positività, ma Giuseppe non accusa alcun sintomo”. 

La dottoressa che avrebbe prescritto cure domiciliari a Giuseppe d’Auria, poi morto di Covid

E ancora: “Dal 9 novembre comincia ad avere qualche linea di febbre, 38, ma non di più, e anche un po’ di tosse. Si cura per un po’ di tempo con il Brufen. Poi contatta un amico, medico di base, che gli consiglia di abbinare anche del cortisone e un antibiotico”. E in chiosa la versione della Ruggieri: “Il 15 novembre chiamo il 118. La saturazione dell’ossigeno nel sangue è nella norma, 99%. La dottoressa che lo visita gli prescrive di continuare la cura a casa, senza consigliargli il ricovero in ospedale. La sera la febbre sale leggermente, Giuseppe si è addormenta ma non risveglia più”.