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Giustizia, via libera del Cdm alla riforma Cartabia

riforma Cartabia

Il Coniglio dei Ministri ha dato il via libera alla riforma della Giustizia firmato dalla ministra Marta Cartabia.

Il Coniglio dei Ministri ha dato il via libera alla riforma della Giustizia firmato dalla ministra Marta Cartabia, volta a velocizzare i tempi del processo, rendendoli compatibili agli standard europei.

Riforma Cartabia, arriva il via libera del Cdm

Nel corso della riunione del Cdm di giovedì 8 luglio è stato approvato il pacchetto di proposte su processo penale e prescrizione, firmato dal ministro della Giustizia, Marta Cartabia. L’obiettivo, ricordiamo, è quello di velocizzare i tempi del processo e renderli compatibili con il Pnrr e gli standard europei. Il pacchetto in questione, quindi, è stato politicamente blindato, nonostante le iniziali resistenze del Movimento 5 Stelle, che ha addirittura minacciato di astenersi

Riforma Cartabia, ecco cosa prevede

La riforma del processo penale messa a punto dal ministro della Giustizia Cartabia, come già detto, ha il chiaro intento di contribuire a velocizzare i tempi della giustizia, rendendoli in questo modo compatibili agli obiettivi del Pnrr e agli standard europei. Un intervento corposo, che prevede, ad esempio, alcuni paletti per il ricorso in appello. In particolare si prevede l’introduzione di termini stretti per la durata delle indagini preliminari, affidate al controllo dei Gip. L’azione penale, pertanto, non sarà più a totale discrezione delle procure, con il principio della obbligatorietà che troverà un “correttivo” nelle indicazioni del Parlamento.

Tra le ipotesi più accreditate quella che concede sei mesi dalla data in cui la persona viene iscritta nel registro delle notizie di reato per le contravvenzioni. Per i delitti più gravi, come ad esempio narcotraffico, associazioni mafiose, terrorismo, si passa a diciotto mesi. Sono dodici mesi, invece, quelli previsti per gli altri reati. Il pm, inoltre, potrà chiedere la proroga dei tempi di indagine solo una volta e per non oltre sei mesi, in presenza di casi più complessi.

Riforma Cartabia, il nodo prescrizione

Tra gli argomenti che hanno destato particolare attenzione si annovera quello della prescrizione. Proprio tale tema, infatti, ha scatenato le polemiche dei pentastellati. Il motivo? L’ultima riforma, ricordiamo, è stata fatta dal governo Conte, con l’allora ministro Bonafede. La proposta di Cartabia prevede di mantenere la riforma per il primo grado, con il decorrere della prescrizione sostanziale. Per i gradi successivi, invece, si pensa di introdurre un meccanismo processuale di “improcedibilità”: due anni di tempo per chiudere l’appello, un anno per la Cassazione, decorsi i quali il processo si chiude. L’obiettivo finale è quello di ridurre i tempi della giustizia penale del 25% in tre anni.