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Governo: M5S e Lega dopo le consultazioni al Quirinale

di maio salvini

Durante la conferenza stampa, Di Maio e Salvini si sono mostrati ottimisti. Mattarella potrebbe dare l'incarico anche domani.

Dopo le 18.30 di lunedì 21 maggio i volti di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini sono più distesi. In seguito a giornate passate prima a limare i punti del programma, per dare vita a un ‘contratto’ di governo (la parola “alleanza” è passata di moda), e poi a cercare un nome adatto alla carica di Presidente del Consiglio, i due leader politici hanno incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il nome proposto alla Presidenza del Consiglio dell’esecutivo 5 Stelle-Lega non è stato dichiarato dai due. Fuori dal palazzo del Quirinale però Luigi Di Maio ha confermato ai giornalisti presenti che Giuseppe Conte, giurista e di recente vicino ai 5 Stelle, è la persona proposta a Mattarella. Il Capo dello Stato incontrerà domani mattina i Presidenti di Camera e Senato.

Le parole di Luigi Di Maio

Luigi Di Maio si presenta davanti alla stampa insieme ai capogruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo. Tutti e tre sorridono; “Siamo davanti a un momento storico“, esordisce il leader pentastellato. La delegazione dei 5 Stelle ha indicato al Presidente della Repubblica il nome che “(…) secondo noi, può portare avanti al meglio e con una leadership solida il ‘contratto’ di governo” incentrato sul “(…) migliorare la qualità della vita degli italiani”. Di Maio è soddisfatto e non lo nasconde: nel programma steso insieme alla Lega e approvato online dagli iscritti alla piattaforma Rousseau, sono presenti alcuni dei ‘cavalli di battaglia’ del movimento, compreso il reddito di cittadinanza. Il “momento storico”, citato un paio di volte nel discorso del parlamentare, è tale per due ragioni: In primo luogo perché, in questi ottanta giorni, “(…) abbiamo imposto un metodo. Prima si discute sui temi, poi sui nomi”. Tale modo di agire è, secondo il parere di Di Maio, la precondizione per arrivare alla nascita della Terza Repubblica, con “(…) un governo politico che metterà al centro le questioni politiche”. Quest’ultima precisazione è una risposta implicita alla critica rivolta in questi giorni verso la figura di Giuseppe Conte: due forze politiche, che hanno sempre criticato i governi tecnici (i cui provvedimenti necessitano comunque dell’approvazione parlamentare e, quindi, hanno un certo indirizzo politico, ndr), possono scegliere proprio un tecnico per rappresentarle? Di Maio conclude rispondendo alle dichiarazioni di malcelata preoccupazione che arrivano da alcuni ambienti internazionali: “Fateci partire, poi potrete criticarci”. La delegazione si allontana senza aver pronunciato il nome di Giuseppe Conte, rivelato da Luigi Di Maio fuori dal Palazzo del Quirinale.

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La dichiarazione di Matteo Salvini

Dopo un’ora circa, è il turno di Matteo Salvini, affiancato da Gianmarco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. “E’ sempre un piacere incontrarvi” scherza il Segretario leghista con i giornalisti. “Siamo pronti, abbiamo fatto il nome (per la presidenza del Consiglio, ndr), abbiamo chiara la squadra e il progetto di paese” incentrato a far crescere l’economia. Anche Salvini risponde alle dichiarazioni di Manfred Weber, in modo più ‘rassicurante’ e istituzionale rispetto a quanto fatto sui social network. “Noi leggiamo con interesse, e qualche volta con stupore, le dichiarazioni preoccupate che provengono da ministri di altri paesi, da commissari etc. Non c’è nulla da temere“. Il segretario leghista ricorda che il debito pubblico, negli ultimi anni, “(…) è cresciuto di 300 miliardi” e sostiene di voler rispettare tutte le normative e i vincoli ma aggiunge che il futuro governo sarà focalizzato “(…) sull’interesse dell’Italia, come abbiamo ripetuto più volte durante la campagna elettorale”. “Il nostro obiettivo- continua l’esponente del Carroccio- è di far crescere l’economia italiana per ridurre il debito, perché la ‘ricetta’ seguita in questi anni si è rivelata fallimentare”. I temi di economia, ricorda Salvini, non riguardano solo questioni burocratiche e pertanto è necessario “(…) aumentare e rendere più stabile il lavoro” senza il quale “(…) non c’è prospettiva”.

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