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Governo, Salvini: "Sono arrabbiato", tensioni con il Colle

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Il Segretario della Lega ha scritto un post su Facebook che sembra un commento negativo sull'incontro tra Mattarella e Conte.

“Sono davvero arrabbiato”: Matteo Salvini affida a Facebook il commento sulla giornata appena trascorsa. Ore non facili: se in mattinata non si respirava ancora aria di burrasca- politica- nel pomeriggio la convocazione di Conte al Colle ha scaldato gli animi.

Veti e diktat

Fonti leghiste, riportate dai siti web dei maggiori quotidiani italiani, confermano che la frase di Salvini sia una presa di posizione politica e che ci sia perfetta conformità di vedute con il Movimento 5 Stelle nel ritenere Paolo Savona adatto a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Economia e delle Finanze: “Si è assolutamente sulla stessa linea come sta a testimoniare il ‘like’ di Luigi Di Maio al post di Matteo Salvini“. Savona rispecchia le posizioni economiche dei due partiti e, sempre le fonti del Carroccio, giudicano “inaccettabile” l’eventuale veto nei suoi confronti che, se dovesse continuare, addosserebbe sul Quirinale “(…) la responsabilità di bloccare la nascita di un governo” formato dai due partiti di maggioranza relativa. Riassumendo: se è vero che la composizione dell’esecutivo spetta al Presidente del Consiglio con l’avallo di quello della Repubblica, ogni governo deve ottenere la fiducia in Parlamento. Il Quirinale, riferisce l’agenzia Ansa, ha già puntualizzato che il problema non riguarda presunti veti; sono inammissibili piuttosto i diktat verso il premier incaricato e il Presidente della Repubblica. Enrico Mentana, durante le sue ormai leggendarie dirette televisive, ha sintetizzato perfettamente la situazione: “E’ come se assistessimo a un’operazione a cuore aperto, mentre i chirurghi litigano tra di loro”.

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Una giornata di incontri

L’ultimo colloquio tra Sergio Mattarella e Giuseppe Conte è stato informale. Il Presidente del Consiglio incaricato si è recato al Colle non per sciogliere la riserva, bensì per riferire al Capo dello Stato circa le consultazioni avvenute ieri con i partiti politici e l’incontro, nella mattinata del 25 maggio, con il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Ormai è palese che ci sia ancora qualche perplessità riguardo ai nomi di coloro che presiederanno i dicasteri. Uno su tutti, Paolo Savona. L’economista, intercettato da un giornalista della trasmissione Rai Agorà durante una passeggiata nel parco di Villa Borghese, si è detto convinto vi sia un veto nei suoi confronti. Eppure la giornata politica di venerdì è iniziata in modo meno teso rispetto alla sua conclusione. Il 24 maggio ogni esponente, intervistato dai giornalisti presenti intorno ai palazzi istituzionali romani, della Lega e del M5S ripeteva che sulla presenza di Savona nel futuro esecutivo i due partiti non intendevano retrocedere. Un’insistenza che può anche essere interpretata come uno sgarbo istituzionale, visto che la lista dei ministri non è stata ancora ufficialmente visionata dal Presidente della Repubblica. Nelle prime ore del 25 maggio perciò, si tende a scendere a miti consigli. “Non voglio parlare di nomi, perché questa è una prerogativa del Presidente della Repubblica e del Presidente incaricato” ha dichiarato Di Maio davanti ai giornalisti e al termine di un incontro con Conte e Salvini, definito “proficuo” dal premier incaricato. Anche Matteo Salvini non si è sbilanciato sulla presenza di Savona al Mef: “Deciderà Conte”.

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Il saluto di Gentiloni

Paolo Gentiloni oggi ha lasciato la carica di Presidente del Consiglio. Ha ringraziato tutti i collaboratori e il personale di Palazzo Chigi, specificando che “per me è stato un grande onore servire l’Italia. L’esponente del Partito democratico ha lanciato anche un monito: “(…) Purtroppo, ad andare fuori strada, non servono cinque anni ma pochi mesi, a volte poche settimane. Bisogna curare le ferite ancora aperte ma farlo cercando di andare avanti, mantenere qualità, responsabilità e impegno nell’azione di governo”.