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Graziano: “Senza armi a Kiev Putin punterebbe a Georgia e Lituania”

Il generale Claudio Graziano

Cosa potrebbe succedere se l'Occidente non aiutasse più l'Ucraina secondo Graziano: “Senza armi a Kiev Putin punterebbe a Georgia e Lituania”

In una intervista al Corriere della Sera il generale Claudio Graziano lo ha detto chiaramente: “Senza armi a Kiev Putin punterebbe a Georgia e Lituania”. Il membro del Comitato militare Ue disegna lo scenario dell’arrendevolezza verso Mosca e lascia intendere che l’invio di armi ha anche una funzione di deterrente geopolitico. Graziano è stato capo di Stato Maggiore dell’Esercito, capo dello Stato Maggiore della Difesa e comandante delle Forze Armate.

Senza armi “Putin punterebbe a Georgia e Lituania

E per evitare un’escalation del conflitto che potrebbe arrivare fino alla Georgia o alla Moldavia Graziano ha un’idea. “Con le locali controffensive ucraine siamo sicuramente nella terza fase di questa guerra. Il Piano A di Vladimir Putin, infatti, prevedeva una campagna veloce, economica e facile per impadronirsi di Kiev e di altri punti chiave, catturare i leader del governo e forzare un accomodamento politico dall’Ucraina”. Poi Graziano spiega: “Ossia l’instaurazione di un governo asservito. Entro le prime 48 ore, le perdite in combattimento russe hanno indicato ai comandanti che questo piano era fallito”. E ancora: “Abbiamo avuto una seconda fase in cui il popolo ucraino nella sua totalità si è battuto per il sacro dovere della difesa della patria. La loro determinazione, unita al sostegno internazionale, sembra stia palesando un cambio di passo. Lasciando immaginare che potremmo essere all’inizio di una nuova fase. Quella di fermare l’offensiva riguadagnando parte dei territori caduti sotto il controllo russo in questi 77 giorni”.

Nel mirino anche Moldavia e Bosnia

E in chiosa: “Senza l’invio di armi all’Ucraina oggi, molto probabilmente, Putin avrebbe il controllo del governo di Kiev minacciando direttamente i confini dell’Unione Europea. Senza considerare che Moldavia, Georgia e Bosnia, in assenza di una ferma risposta europea e occidentale, avrebbero probabilmente subito le stesse attenzioni di Putin”.