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Green pass, Locatelli: "Ragionevole proroga della validità a 12 mesi"

Il cocordinatore del Cts Franco Locatelli

In base alle evidenze sulla protezione anticorpale offerta dai vaccini, secondo Locatelli è ragionevole estendere la validità del green pass a 12 mesi.

Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Franco Locatelli ha definito ragionevole l‘ipotesi di prorogare la validità del green pass a 12 mesi. Si è inoltre espresso sulla terza dose di vaccino ritenendola necessaria per le categorie più fragili.

Locatelli sul green pass

Intervistato dal Corriere della Sera, l’esperto ha spiegato che estendere la validità del certificato verde è più che sensato anche alla luce della progressiva acquisizione d’informazioni sulla durata della risposta vaccinale. Inizialmente la scadenza era stata fissata a 6 mesi e poi è stata spostata a 9 proprio perché quanto dura l’effetto protettivo conferito dal vaccino lo si sta progressivamente imparando. Le prime vaccinazioni nel mondo sono iniziate all’incirca 10 mesi fa e, non essendoci ad oggi evidenza che vi sia una sostanziale perdita dell’effetto protettivo offerta dall’immunizzazione nei primi vaccinati, la scelta di prorogare la scadenza a 12 mesi trova una solida base.

Locatelli sul green pass e sulla terza dose

Quanto alla terza dose di vaccino, secondo Locatelli è necessaria al più presto per gli immunodepressi. A livello di comunità scientifica, ha aggiunto, è già stato sottolineato come la stessa raccomandazione sia valida per i pazienti con ridotta funzionalità del sistema immunitario. Nello specifico, i pazienti che hanno ricevuto un trapianto di organo solido o con patologia onco-ematologica o con forme di compromissione importante della risposta immunitaria possono, con una terza dose, sviluppare le proprie difese o incrementare il livello degli anticorpi.

Completata la campagna vaccinale ancora in corso si potrà poi, osservando le evidenze sulla durata della protezione conferita dalla vaccinazione che si renderanno disponibili, valutare se e quando effetuare il terzo richiamo anche a persone con particolari fragilità o molto esposte al rischio d’infezione per ragioni professionali.