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Guardrail omicida, Giorgia muore a soli 17 anni

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Un Guardrail deformato nel tempo, due lame separate dal vuoto, uno scooter finito proprio lì. Lo scooter era guidato da Giorgia Longo, 17 anni, che ha perso la giovane vita nell'impatto con le barriere di metallo di via Adamoli, a Molassana intorno alle 23 di martedì. L'ennesimo incidente i...

Un Guardrail deformato nel tempo, due lame separate dal vuoto, uno scooter finito proprio lì. Lo scooter era guidato da Giorgia Longo, 17 anni, che ha perso la giovane vita nell’impatto con le barriere di metallo di via Adamoli, a Molassana intorno alle 23 di martedì.

L’ennesimo incidente in zona proprio per questa situazione che si protrae oramai da troppo tempo. Un modello vecchio di Guardrail pensato per le auto e la velocità di tempi passati. Così, Giorgia ora è morta e ha dovuto prematuramente salutare la sua vita fatta di grande amore per la pallavolo. Infatti, stava proprio tornando da un allenamento al palazzetto dello sport di Prato e aveva avvertito il padre un quarto d’ora prima il tragico incidente tramite un sms con due normalissime parole: “Sto tornando”. Giorgia non ha fatto ritorno a casa. E perché? Perché per sostituire l’intera barriera di protezione della Sopraelevata adeguandola alle direttiva ministeriali, servirebbero tra i 18 e i 20 milioni. Nel 2006 Elektra Piras, 26 anni, morì per lo stesso motivo ritrovandosi una vera e propria “tagliola” a tutt’oggi installata sulla strada Aldo Moro. Barriere vecchie, disastrate, non più sicure. Erano legali quando furono costruite e per questo e non altro motivo – per un incrocio di decreti e circolari ministeriali – possono rimanere lì causando feriti e morti. Dopo l’accadimento del 2006, con la morte di Elektra, a seguito di lungaggini giudiziari furono prosciolti Aster e dirigenti del Comune.

Roberto Maragliano vicepresidente della Normac Avb, la squadra di pallavolo genovese ove giocava Giorgia, con voce spezzata dal dolore ricorda la giovane promessa: “E’ impossibile crederci ancora. L’ho salutata una decina di minuti prima quel maledetto incidente. Giorgia è nata per la pallavolo, viveva per questa sua immensa passione. Suo papà è un allenatore, la mamma è una ex giocatrice a livello nazionale. La piccola grande Giorgia aveva la pallavolo nel sangue, il suo sogno era quello di giocare negli Stati Uniti, aveva già fatto degli stage oltreoceano e per un periodo aveva vissuto da sola in Veneto per giocare nella Union Volley, la squadra locale… Era una ragazza eccezionale, insostituibile”.

Martedì sera, per una ragione pratica che andrebbe rigorosamente fatta a pezzi per ricostruirla come si deve – Il Guardrail sta diventando una sorta di serial killer stradale -, una ragazza piena di gioia e a un passo da raggiungere i suoi sogni, ha lasciato la sua vita.