> > Guerra alle bufale, Google e Facebook tagliano la pubblicità

Guerra alle bufale, Google e Facebook tagliano la pubblicità

google-facebook

Stop alle bufale. Google e Facebook, dopo le polemiche successive alle presidenziali USA 2016, hanno deciso di intervenire in modo diretto. Facebook e Google hanno deciso di dichiarare guerra alle bufale. Dopo le polemiche per la presunta influenza nel caso delle elezioni presidenziali americane, c...

Stop alle bufale. Google e Facebook, dopo le polemiche successive alle presidenziali USA 2016, hanno deciso di intervenire in modo diretto.

Facebook e Google hanno deciso di dichiarare guerra alle bufale. Dopo le polemiche per la presunta influenza nel caso delle elezioni presidenziali americane, con l’accusa, rivolta a molti social, di avere contribuito a diffondere notizie del tutto infondate che avrebbero affossato Hillary Clinton e favorito Donald Trump, i due colossi del web hanno stabilito di intervenire.

Rispondendo alle accuse lanciate a Facebook, Mark Zuckerberg ha asserito, pochi giorni fa, che a suo parere il 99% dei contenuti che circolano sulle bacheche del social più usato e famoso al mondo è veritiero.

La mossa anti bufale di Facebook e Google: stop all’uso della pubblicità

In realtà, però, Menlo Park – e altrettanto ha fatto Google – ha deciso di dare una vera e propria ripulita alla propria immagine intervenendo con una mossa anti bufale che potrebbe essere in effetti molto efficace.

Si tratta dell’interdizione di tutti i sistemi pubblicitari per i siti che diffondono notizie false o notizie non verificate. E’ una sorta di guerra ai distributori di bufale, come è stata definita da alcuni commentatori.

Mossa efficace o no

In un contesto in cui la diffusione è garanzia di visibilità e a maggiore visibilità corrispondono maggiori sovvenzioni pubblicitarie – senza alcun filtro di carattere qualitativo – risulta credibile che la decisione presa da Facebook e Google possa avere conseguenze positive nella lotta alla diffusione di notizie false. Vale la pena ricordare comunque come, in un ipotetico scenario di campagna elettorale, le sovvenzioni a questo genere di siti potrebbero arrivare anche da altre fonti, rendendo del tutto inefficace la misura.

In generale, di certo non sembra essere d’aiuto il fatto che il numero 1 di Facebook Mark Zuckerberg sia convinto che quasi tutto ciò che si trova fra le Notizie del suo social sia vero e verificato prima della pubblicazione.