Un accordo tra Russia, Ucraina, Croce Rossa e ONU ha portato alla resa del battaglione Azov e dei militari di Kiev nell’acciaieria di Mariupol.
Accordo nell’acciaieria di Mariupol
Un accordo tra la Russia, l’Ucraina, la Croce Rossa Internazionale e l’ONU ha portato alla resa del battaglione Azov e degli altri militari di Kiev che si trovavano nell’acciaieria Azovstal a Mariupol. A renderlo noto è stata Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del reggimento che si è consegnato ai russi lo scorso 20 maggio.
Kateryna sostiene che Kiev, Mosca, la Cri e l’Onu avrebbero un patto segreto per salvaguardare la vita dei soldati. Tuttavia, i dettagli non si possono svelare: «Siamo in contatto con i negoziatori ma non possiamo divulgare informazioni su questo».
La situazione dei soldati arresi
Inizialmente, i soldati di Mariupol si rifiutavano di consegnarsi ai russi perché questo avrebbe significato «morte sicura». Ora i reclusi si trovano tutti a Olenivka, paese della regione di Donetsk, nella colonia penale numero 52, capace di ospitare fino a 3.000 persone.
«Gli hanno dato acqua e cibo. Le condizioni soddisfano i requisiti degli accordi e non hanno subito violenze in questo periodo», questa la testimonianza di Kateryna, dopo essere stata in contatto con Denis, il marito tenuto prigioniero.
Cosa accadrà non è ancora certo, ma grazie a terze parti come l’ONU e la Cri, la situazione è sicuramente migliorata.