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Guerra in Ucraina, cosa cambia in Italia senza il gas russo: case, consumi e forniture

Gas russo

Cosa potrebbe accadere in Italia senza il gas russo? La guerra tra Russia e Ucraina sta scatenando numerose domande che riguardano il nostro Paese.

Cosa potrebbe accadere in Italia senza il gas russo? La guerra tra Russia e Ucraina sta scatenando numerose domande che riguardano il nostro Paese.

Guerra in Ucraina, cosa cambia in Italia senza il gas russo: case, consumi e forniture

In Italia il gas naturale ha un ruolo di rilievo, perché copre oltre il 40% dei consumi interni globali di energia e viene quasi interamente importato. Il gas serve per produrre l’elettricità e più di un terzo di quello che arriva in Italia è destinato a quel compito. Un quinto viene utilizzato dalle industrie per la loro attività, mentre la maggior parte per gli usi “civili”, ovvero riscaldare le case e cucinare. In Italia 17,5 milioni di abitazioni su un totale di 25,5 hanno bisogno del gas per il riscaldamento. 

Ma cosa succede se si blocca il gas russo? Secondo uno studio della Fondazione Eni-Enrico Mattei che usa software specifici di simulazione del mercato elettrico e del gas, c’è un grande rischio di un razionamento, ovvero di “distacchi programmati“, che sarebbero dei black out della corrente elettrica o tagli alle erogazioni di gas per uso industriale o civile. 

Cosa può fare l’Italia?

Lo scorso anno l’Italia ha importato oltre 28 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, ovvero il 40% del fabbisogno totale. Se dovessero mancare in parte si potrebbe sopperire aumentando le importazioni dall’Algeria, dal Qatar e dalla Libia. Si pensa anche di aumentare la produzione nazionale e lo stoccaggio del gas, operazioni che però richiedono diversi mesi. Per quanto riguarda il carbone, potrebbero essere riattivate due centrali destinate alla chiusura e spinte al massimo della produzione altre cinque centrali. 

Gli Stati Uniti hanno tra gli obiettivi quello di diminuire la dipendenza energetica dell’Europa. Sono grandi produttori di gas e entro il 2022 puntano a diventare i maggiori esportatori del mondo di gas naturale liquefatto. Negli ultimi mesi le esportazioni Usa verso l’Europa sono aumentate in quanto gli alti prezzi europei del gas garantivano guadagni maggiori rispetto a quelli asiatici. Il trend potrebbe proseguire, ma non sarà sufficiente per coprire lo stop del gas russo. 

Prezzi del gas aumentano: cosa fare per consumare meno

L’aumento dei prezzi del gas è iniziato la scorsa estate per la ripresa economica in seguito alle prime ondate della pandemia. Produttori e distrubutori hanno preferito vendere per guadagnare, lasciando meno riserve. Quest’inverno Gazprom, società che commercializza il gas russo, ha lesinato le forniture all’Europa. Negli ultimi giorni i prezzi hanno incorporato le paure di un’interruzione dei quantitativi, accelerando notevolmente i rialzi. Il prezzo del gas influenza il prezzo dell’energia elettrica, facendolo aumentare.

Per consumare meno ci sono tanti consigli, come staccare le spine e non lasciare i dispositivi elettronici in stand-by, azionare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico, usare la cottura ventilata per il forno. Il condizionatore dev’essere usato solo se strettamente necessario e mai con le finestre aperte, si possono sostituire le lampadine con quelle a led e scegliere elettrodomestici a basso consumo, oltre ad installare pannelli fotovoltaici tutte le volte che è possibile. È importante spegnere la luce quando si esce da una stanza, non lasciare scorrere inutilmente l’acqua calda e non esagerare con i termosifoni.