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Guerra in Ucraina, first lady Olena Zelenska: “Nessuno mi porta via mio marito, nemmeno la guerra”

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Guerra in Ucraina: la first lady, Olena Zelenksa, ha rilasciato un’intervista per Rata Tv insieme al marito e presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Guerra in Ucraina: la first lady, Olena Zelenksa, ha rilasciato un’intervista per Rata Tv insieme al marito e presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Guerra in Ucraina, first lady Olena Zelenska: “Nessuno mi porta via mio marito, nemmeno la guerra”

Nel corso di un’intervista rilasciata a Rada TV insieme al marito e presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la first lady di Kiev, Olena Zelenska, ha rilasciato alcune dichiarazioni asserendo che nulla potrà convincerla ad allontanarsi dal coniuge.

La first lady ucraina, infatti, ha dichiarato: “Nessuno mi porta via mio marito, nemmeno la guerra. Non posso dire che sia cambiato molto dall’inizio di questa guerra. Era e rimane un uomo e una persona affidabile. Il suo punto di vista non è cambiato. Ammetto di non averlo visto per due mesi e mezzo, dopo l’inizio della guerra. Ci parlavamo solo al telefono“.

Infine, Olena Zelenska ha affermato di essere “grata” al giornalista in quanto scegliendo di intervistarla insieme al marito “hanno avuto l’opportunità di passare del tempo insieme“.

Guerra in Ucraina, colloquio Zelensky Draghi: “Sostegno per l’ingresso in UE”

Nella mattinata di domenica 22 maggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato telefonicamente con il premier italiano Mario Draghi.

Al termine del colloquio telefonico, concordato su iniziativa del leader italiano, Zelensky ha postato un messaggio su Twitter, scrivendo: “Conversazione telefonica con Mario Draghi su sua iniziativa. Si è parlato di cooperazione difensiva, della necessità di accelerare il 6° pacchetto di sanzioni e di sbloccare i porti ucraini. Ho ringraziato per il sostegno incondizionato all’Ucraina nel percorso verso l’UE”.

La conversazione è stata commentata anche da Palazzo Chigi che riferito che il premier Draghi “ha assicurato” pieno sostegno a Kiev e ha sottolineato la necessità di approvare in modo rapido le sanzioni europee contro la Russia e di sbloccare con celerità i porti ucraini situati nel Mar Nero. Il presidente del Consiglio italiano, infine, ha ribadito la determinazione dell’Italia di supportare l’Ucraina rispetto al suo ingresso nell’Unione Europea.

Donbass situazione “estremamente difficile”

Nella notte di domenica 22 maggio, il presidente Volodymyr Zelensky ha condiviso un videomessaggio sul web nel quale ha denunciato che la situazione del Donbass “è estremamente difficile”.

In particolare, nel video, il leader ucraino ha dichiarato: “Come nei giorni precedenti, l’esercito russo sta cercando di avanzare su Slovyansk e Severodonetsk. Le forze armate ucraine stanno respingendo questa offensiva. Ogni giorno che i nostri difensori strappano a questi piani offensivi dell’Ucraina, impedendoli, è un contributo concreto a portare il grande giorno più vicino. Il giorno agognato che tutti attendiamo e per il quale tutti combattiamo. Il Giorno della Vittoria. La Russia non otterrà nulla con i suoi attacchi, né con i missili nell’Oblast di Rivne, né con l’artiglieria nelle regioni di Kharkiv o Sumy, né con ogni arma possibile in Donbass”.

Nel Donbass, inoltre, il capo dell’amministrazione militare regionale Serguy Gaidai ha riferito alla CNN che l’esercito russo ha raso al suolo il ponte tra Severodonetsl e Lysychnsk, entrambe località che si trovano nel Lugansk.

A questo proposito, Gaidai ha riferito: “Questo complicherà notevolmente l’evacuazione dei civili e la consegna degli aiuti militari. È la seconda volta che il ponte viene distrutto ma, per il momento, c’è ancora un collegamento tra le città– e ha precisato –. In questi giorni a Severodonetsk, Lysychansk e Belogorovka i bombardamenti non si fermano nemmeno per un’ora. I russi usano l’artiglieria giorno e notte. Ogni vita salvata da questi insediamenti è importante per noi oggi. Quei 57 evacuati sono ora al sicuro e protetti”.

Durante i raid missilistici che hanno colpito Severodonetsk sabato 21 maggio, al momento sono stati registrati sei civili uccisi.

Truppe russe pronte per nuova offensiva su Izyum, bombardamenti su Kharkiv

Intanto, il capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, ha segnalato che i russi “si preparano a riprendere l’offensiva e stanno bombardando gli insediamenti di Vernopil, Dibrivne e Dovgenke”, nella regione di Izyum, situata nella parte orientale dell’Ucraina e in prossimità del Donbass.

Sinegubov, in particolare, ha denunciato quanto segue: “Le forze armate ucraine mantengono le loro posizioni e non consentono al nemico di avanzare. Nelle ultime 24 ore, gli invasori russi hanno continuato a bombardare la città di Kharkiv e gli insediamenti nella regione. A seguito del bombardamento di Saltivka, 5 civili sono rimasti feriti. Gli occupanti hanno anche sparato sul distretto di Loziv, il villaggio di Distretti di Shevchenkove e Chuguiv – 3 feriti. Altri 3 feriti nella città di Dergachi. I combattimenti continuano nella regione. Nella direzione di Kharkiv, il nemico, come nei giorni precedenti, è concentrato sul mantenimento dei confini occupati e sulla prevenzione dell’ulteriore avanzamento delle Forze armate ucraine”.

Guerra in Ucraina: missili nella regione di Zaporizhzhia a sud, rischio attacco Bielorussia a nord

Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 maggio, le forze armate hanno effettuato un raid missilistico contro un villaggio nel distretto di Vilna, situato nella regione di Zaporizhzhia, in Ucraina meridionale. I bombardamenti hanno colpito infrastrutture civili, provocando diversi morti e feriti.

A comunicare quanto accaduto nel villaggio, è stata l’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia su Telegram. La segnalazione è stata, poi, ripresa da Ukrainska Pravda.

A Nord dell’Ucraina, invece, lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev ha asserito che è sempre più evidente il rischio che la Bielorussia attacchi il Paese.

Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, infatti, ha comunicato: “Nelle direzioni Volyn e Polissya, le unità delle forze armate della Repubblica di Bielorussia hanno intensificato la ricognizione ed è stato notato il dispiegamento di ulteriori mezzi di ricognizione elettronica nelle aree di confine della regione di Gomel. C’è una minaccia di attacchi missilistici e aerei sul territorio dell’Ucraina dal territorio della Repubblica di Bielorussia”.

Mosca smentisce negoziati, Slutsky: “No a scambio prigionieri Azov per oligarca filorusso Medvedchuk”

Nella giornata di domenica 22 maggio, il negoziatore russo e capo della Commissione per gli affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, si è espresso in merito allo scambio di prigionieri tra i militari del battaglione Azov e l’oligarca filorusso Victor Medvedchuk. Slutsky, infatti, ha smentito la notizia relativa allo scambio di prigionieri.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il negoziatore russo ha dichiarato: “La mia opinione non è cambiata: non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell’Azov, che sono banditi nella Federazione russa, ed il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale – e ha aggiunto –. Ai media piace prendere delle citazioni fuori contesto: bisogna evitare di fare sensazionalismo dal nulla. Tutte le questioni relative al politico ucraino Viktor Medvedchuk dovrebbero essere discusse da coloro che hanno la competenza appropriata per farlo”.

Donetsk, Pushilin: “2.439 ucraini di Azovstal in custodia, 78 donne”

Nel frattempo, il leader separatista filorusso della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin. ha rilasciato alcune affermazioni ribadendo che circa 2.500 militari ucraini hanno proclamato la resa presso l’acciaieria Azovstal: “2.439 persone sono state detenute e sono in custodia, di cui 78 sono donne. Non è escluso che qualcuno continui ancora a nascondersi nell’acciaieria di Mariupol. Avevano cibo e acqua a sufficienza, avevano anche armi a sufficienza. Il problema era la mancanza di medicinali. Non escludiamo che qualcuno sia rimasto. Verrà effettuato un controllo approfondito – e ha precisato –. Nell’acciaieria, c’erano anche tre nostri prigionieri di guerra della Dpr, l’autoproclamata repubblica di Donetsk, e ora sono liberi. Ci sono anche stranieri tra i combattenti che si sono arresi ad Azovstal, a Mariupol. Secondo le informazioni preliminari, sì, c’erano e sì, ci sono. Ma non voglio fare affermazioni infondate, poiché le informazioni saranno, ovviamente, rese pubbliche dopo il lavoro degli specialisti”.