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Guerra in Ucraina, Draghi alla Camera: "Piano di Putin vasto e premeditato"

bollette draghi

L'informativa di Draghi alla Camera sulla guerra in Ucraina è iniziata: il capo del governo ha fatto il punto della situazione sul conflitto.

Il Premier Draghi ha tenuto un’informativa alla Camera per fare il punto sulla guerra in Ucraina e annunciare le misure che si stanno concordando a livello europeo e della Nato. Alle 12 l’appuntamento sarà al Senato mentre martedì prossimo ci sarà una comunicazione, con un voto, in ci si affronteranno anche le ricadute interne della crisi.

Informativa di Draghi alla Camera

All’inizio il capo del governo ha fornito una panoramica dell’invasione e dei successivi sviluppi:

Nella notte tra mercoledì e giovedì la Russia ha lanciato un’offensiva imponente all’Ucraina subito dopo un messaggio con cui Putin ha annunciato un’operazione mirata. L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente, le forze terrestri russe sono entrate da più parti ed è stata chiusa la navigazione nel mare d’Azov.

Abbiamo registrato esplosioni diffuse anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea. L’esercito prosegue lanciando missili sulle principali città, una pioggia è caduta su Kiev mentre l’esercito ha assediato altre città. L’offensiva ha già colpito in modo tragico l’Ucraina, con vittime civili: le immagini di cittadini inermi costretti a nascondersi sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea.

Si registrano lunghe file di auto in uscita dalle città verso l’Unione Europea ed è possibile immaginare un ingente flusso di profughi. Zelensky ha affermato di essere determinato a resistere e a rispondere il fuoco russo emanando anche un decreto che dispone una mobilitazione generale dei cittadini tra i 18 e i 60 anni a cui è stato vietato di lasciare il paese. La Russia ha avanzato proposte di trattative e confermato l’obiettivo di demilitarizzare l’Ucraina ma non risulta al momento un riscontro ucraino.

L’ambasciata italiana a Kiev è attiva, anche a tutela degli italiani residenti, ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Alla luce della chiusura dello spazio aereo, stiamo pianificando un’evacuazione in condizioni di sicurezza“.

“Piano di Putin vasto e premeditato”

Ha quindi proceduto a condannare l’attacco russo, definito inaccettabile in quanto viola la sovranità di uno stato libero e democratico, e sottolineato che il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. Al contempo non ha potuto non evidenziare che “l’agenza della Russia è vasta, complessa e a lungo premeditata: ho la sensazione di essere solo allo stadio iniziale di un profondo cambiamento nelle relazioni internazionali che ci hanno accompagnato negli ultimi settant’anni“.

“Italia pronta a schierare nuove truppe”

Ha in seguito esplicato la strategia della Nato e le prossime fasi riguardanti lo schieramento delle truppe:

Oggi parteciperò ad un vertice dell’Alleanza per coordinare lo schieramento sul fianco orientale e stiamo definendo un pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina. Abbiamo sempre auspicato di risolvere la crisi in modo pacifico ma qualsiasi dialogo deve essere sincero e utile: le violenze a parte della Russia lo rendono impossibile.

La nostra priorità deve essere quella di rafforzare la sicurezza dell’Europa e di spingere la Russia a ritirare le truppe e a negoziare. Le fasi successive prevedono l’assunzione di una posizione di difesa e in seguito di ristabilimento della sicurezza. I piani riguardano l‘incremento delle forze in territorio alleato e l’utilizzo di regole di ingaggio predisposte per un impegno immediato.

Le forze italiane sono costituite da unità già schierate: abbiamo circa 240 uomini in Lettonia e forze navali e velivoli in Romania. Altre saranno attivate su richiesta: siamo pronti a schierare 1.400 uomini e donne di esercito, marina e aeronautica e 2 mila militari nell’area di responsabilità della Nato. Non c’è comunque alcuna autorizzazione all’attraversamento dei confini“.

“Zelensky è nascosto, dovevamo sentirci ma non è stato possibile”

Ha poi ripercorso i suoi impegni di ieri:

L’Italia ha reagito subito, ha convocato l’ambasciatore russo e richiamato Mosca a cessare l’offensiva. Io stesso ieri ho prima parlato con i leader europei, condividendo la ferma condanna di un attacco ingiustificato e non provocato ai danni dell’Ucraina, e poi partecipato al G7 e al Consiglio europeo straordinario. Si è trattato di un momento drammatico perché ci siamo connessi anche con Zelensky, nascosto in qualche parte di Kiev. Ci ha detto che non ha più tempo perché lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. Oggi mi ha cercato e abbiamo fissato una chiamata per le 9:30, ma non è stato possibile fare la telefonata perché non era più disponibile“.

Le sanzioni contro la Russia

Draghi si è poi occupato del capitolo sanzioni, spiegando che l’Italia in questo è in linea con gli altri paesi dell’Unione Europea con cui condivide pienamente strategia ed obiettivi.

Mercoledì si è iniziato con un primo pacchetto che prevedeva:

  • bando all’importazione e all’esportazione dai territori separatisti
  • sanzioni economiche e finanziarie
  • congelamento di asset di tre istituti bancari
  • sanzioni verso i 300 membri della Duma che hanno proposto e votato a favore del riconoscimento dei separatisti.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, le misure contro Mosca sono state ulteriormente rafforzate con:

  • il divieto di rifinanziamento per banche e impese pubbliche in Russia
  • sanzioni nel settore dell’energia mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate usate per la raffinazione
  • misure nel settore dei trasporti tra cui il divieto di esportazione di tutti i beni e le tecnologie destinate al settore aereo
  • il blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia
  • la sospensione degli accordi per la facilitazione dei visti
  • sanzioni per i membri della Duma non ancora sanzionati

Draghi ha comunque assicurato che “siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti“.

Le strategie per non dipendere dal gas russo

Per quanto riguarda il nostro paese, il Premier ha evidenziato che la maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, perché circa il 45% del gas importato proviene dalla Russia. Ha quindi illustrato una serie di misure che l’Italia intende adottare per ridurre questa dipendenza:

Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi oggi, a fronte di un consumo nazionale constante.

Dobbiamo procedere spediti su questo fronte per superare la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future. Vogliamo proporre meccanismi di stoccaggio comune a livello di UE e siamo al lavoro per strutturare i piani con tutte le misure necessarie per una eventuale crisi energetica (tra cui sospensioni nel settore industriali, regole sui consumi nel settore termo-elettrico, aumento delle forniture alternative).

Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte come gli USA e Biden ha promesso di aiutare l’Europa con maggiori rifornimenti. Vogliamo incrementare flussi da gasdotti non a pieno carico come il TAP e il Green Stream. Potrebbe essere poi necessario riaprire le centrali a carbone per colmare mancanze nell’immediato. Dobbiamo inoltre puntare su un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili anche e soprattutto semplificando le misure per l’installazione degli impianti.

In una fase di transizione in cui il gas rimarrà un combustibile fondamentale, dobbiamo comunque aumentarne la produzione interna: il gas prodotto nel proprio paese è più gestibile e meno caro”.