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Guerra in Ucraina ma non solo: a chi vende le armi l’Italia?

Ecco a chi vende le sue armi l'Italia

A chi vende le armi l’Italia? Più della metà dei nostri clienti sono stati membri dell'Ue e/o della Nato, e rappresentano il 52% del totale di 92 paesi

A parte la parentesi “inattesa” della guerra in Ucraina, a chi vende le sue armi l’Italia che soprattutto in ambito della Marina è uno dei paesi più attivi? Nel 2021 il nostro paese ha fatto affari d’oro ed ha esportato sistemi per complesivi 4,6 miliardi di euro. Chi lo dice? Il Governo italiano, che ha pubblicato i documenti sui propri movimenti economici nel campo delle spese militari, relativi al 2021. L’import è stato inferiore, con Roma che ha curato l’arrivo di 679 milioni di euro. Il saldo è pertanto più che positivo da un punto di vista economico, con poco più di 4 miliardi di euro

A chi vende le armi l’Italia?

C’è un dato, ed è quello per cui il valore delle esportazioni è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente, il 2020. In quell’occasione il nostro paese aveva esportato armi per 4,7 miliardi di euro. Gli affari d’oro li avevamo fatti nel 2019 e nel 2018, quando il valore si era attestato su entrambi gli anni ad una cifra superiore ai 5 miliardi. Poi c’era stato il 2016, l’anno della cuccagna per Roma con i grandi acquisti dell’Indocina di unità navali e fregate; quanto entrò in cassa in quell’anno? Quasi 15 miliardi. Si, ma a chi ha venduto le sue armi il nostro paese? Nel 2021 Roma ha concluso affari con 92 Paesi

I nostri clienti sono di Ue, Nato ma non solo

Più della metà di questi erano dell’Unione Europea, della Nato o di entrambe, per un 52% del totale delle transazioni. La metà di queste operazioni è costituita da paesi della Nato fra cui spiccano Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Norvegia, Turchia, Albania e Macedonia del Nord. E nel mondo com’è andato il 2021 della vendita di armi? La spesa militare del mondo è aumentata dello 0,7%, superando i 2mila miliardi di dollari grazie agli storici spendaccioni: Stati Uniti, Cina, India, Regno Unito e Russia.