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Guerra in Ucraina, colloquio Draghi-Zelensky. Blinken: “Via libera a invio caccia NATO a Kiev”

Guerra in ucraina

Durante un colloquio con il presidente turco Erdogan sulla guerra in Ucraina, Putin ha ribadito la disponibilità di Mosca a negoziare con Kiev.

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Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan hanno avuto una conversazione incentrata sulla guerra in Ucraina e sul futuro del conflitto armato.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invece, ha sentito il premier italiano Mario Draghi, con il quale ha discusso dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Negli Stati Uniti, poi, il segretario di Stato Antony Blinken ha dato il via libera all’invio di caccia da parte dei Paesi NATO, pur bocciando la creazione di una no fly-zone.

Guerra in Ucraina, Putin a Erdogan: “Mosca disponibile a negoziati con Kiev e i partner stranieri”

Nella giornata di domenica 6 marzo, il presidente Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Il confronto, secondo quanto riferito dalla tv turca Tpt citata dall’agenzia russa Tass, si è focalizzato sulla guerra in Ucraina e sul futuro del conflitto armato.

A questo proposito, il portavoce del leader della Turchia, Ibrahim Kalin, ha spiegato che Erdogan abbia intenzione di illustrare al presidente Putin alcune proposte nell’ambito dei negoziati con Kiev, al fine di porre fine alla guerra. Il portavoce di Erdogan, infatti, ha dichiarato: “Il presidente turco ha affermato di aver detto a Putin che è urgente e necessario compiere un passo verso la pace. La Turchia è pronta a spianare la strada alla pace: facciamolo tutti insieme. È necessario un cessate il fuoco per favorire corridoi umanitari per i civili e porre fine alla guerra. È urgente e necessario compiere un passo verso la pace e la Turchia è pronta a fare quanto necessario”.

Intanto, il presidente Vladimir Putin ha ribadito che l’operazione militare speciale contro Kiev verrà interrotta soltanto se le richieste di Mosca verranno pienamente soddisfatte. La notizia è stata diffusa attraverso una nota ufficiale del Cremlino.

La nota del Cremlino, inoltre, nel riconfermare la disponibilità di Mosca al dialogo e ai negoziati con il Governo ucraino e gli altri leader internazionali, riporta quanto segue: “È stata confermata la disponibilità della parte russa al dialogocon le autorità ucraine e con i partner stranieri per risolvere il conflitto”.

Putin, tuttavia, dialogando con Erdogan, ha posto l’accento “sull’inutilità di qualsiasi tentativo di Kiev di trascinare il processo negoziale”.

Turchia, ministro della Difesa: “Siamo a lavoro per una soluzione pacifica del conflitto attraverso il dialogo”

In merito al ruolo di mediatrice assunto dalla Turchia e alla drammaticità della guerra in Ucraina, si è espresso anche il ministro della Difesa Turco, Hulusi Akar. Il ministro, infatti, ha nuovamente chiesto che venga applicato un cessate il fuoco immediato e una tregua rispetto all’invasione russa dell’Ucraina.

Nel sottolineare la volontà della Turchia di farsi mediatrice tra i due Paesi in guerra favorendo un dialogo pacifico tra le parti coinvolte, il ministro ed ex capo dell’esercito turco Akar ha anche affermato: “Ci sono tanti civili, tra cui cittadini turchi, che non riescono a lasciare le città sotto attacco. È necessario che un cessate il fuoco entri in vigore immediatamente e stiamo lavorando in questo senso. Ci stiamo sforzando e i contatti proseguono giorno e notte per trovare una soluzione pacifica al conflitto attraverso il dialogo – e ha aggiunto –. Ribadisco che la Turchia rispetta e sostiene l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. Continuiamo a impegnarci per la stabilità dell’intera area. Crediamo in un dialogo che coinvolga entrambe le parti. Il prezzo pagato da civili e bambini in questi giorni è per noi motivo di profonda tristezza”.

Il Governo turco, inoltre, spera di riuscire a convincere il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, e il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, a incontrarsi in occasione del forum diplomatico che si terrà ad Antalya, in Turchia, il prossimo venerdì 11 marzo.

Aeroporto di Vinnycja distrutto dai bombardamenti russi: il video del presidente Zelensky

Se da un lato i leader europei e internazionale proseguono senza sosta nelle loro attività diplomatiche, la guerra in Ucraina non accenna a fermarsi. Nella giornata di domenica 6, le forze militari russe hanno raso al suolo l’aeroporto regionale di Vinnycja, situato nell’Ucraina centrale. Il sito è stato distrutto nell’ambito di un terribile e violento raid missilistico.

La sorte toccata all’aeroporto regionale di Vinnycja è stata comunicata dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyattraverso la condivisione di un nuovo videomessaggio, pubblicato sui social.

Zelensky, inoltre, ha lanciato un appello alla popolazione russa, esortandoli a ribellarsi alla guerra promossa da Putin e affermando: “I cittadini russi possono fare ancora la scelta giusta, tra la libertà e la schiavitù”.

Il presidente ucraino, poi, ha anche rivelato che il Governo di Kiev è entrato in possesso di documenti requisiti ai soldati russi catturati che rivelano che Mosca “sta pianificando il bombardamento di Odessa”.

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Rivolgendosi in modo diretto ai leader occidentali, invece, Zelensky ha esortato i partner europei e internazionali ad assumersi le loro responsabilità ed aiutare la popolazione ucraina: “È una vostra responsabilità umanitaria proteggerci, proteggere la popolazione e siete in grado di farlo. Se non ci date abbastanza aerei in modo da proteggerci, c’è una sola conclusione: volete che ci uccidano lentamente. Da oggi in poi è anche una responsabilità dei leader occidentali e del mondo intero”.

Guerra in Ucraina, fallito secondo tentativo con corridoi umanitari a Mariupol

Nel frattempo, è miseramente fallito il secondo tentativo legato ai corridoi umanitari attivati a Mariupol, al fine di consentire alla popolazione ucraina di abbandonare la città e il Paese. Il secondo tentativo è naufragato a causa della mancata sospensione dell’offensiva russa nell’area situata sud est dell’Ucraina.

Il fallimento relativo al ricorso ai corridoi umanitari è stato comunicato dal consigliere del ministero dell’Interno ucraino e membro del reggimento Azov della Guardia Nazionale, Anton Gerashchenko, che ha spiegato: “Il secondo tentativo di un corridoio umanitario per i civili a Mariupol si è concluso nuovamente con i bombardamenti da parte dei russi”.

In merito alla drammatica situazione presente a Mariupol, la Croce Rossa internazionale ha postato un tweet denunciando lo stato di terrore in cui vivono gli oltre 200 mila civili intrappolati nella città: “Le persone a Mariupol vivono nel terrore. Le persone a Mariupol ed in altri posti dell’Ucraina vivono in situazioni disperate. Devono essere protette in ogni momento, non sono degli obiettivi. La gente ha urgente bisogno di acqua, cibo e riparo: le cose fondamentali. Noi abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza per poter portare aiuto”.

Distrutto il gasdotto Donetsk-Mariupol: oltre 700.000 persone senza riscaldamento

I bombardamenti che si stanno abbattendo su Mariupol hanno causato il danneggiamento del gasdotto Donetsk-Mariupol. Il drammatico evento ha lasciato oltre 700.000 persone senza riscaldamento. L’accaduto è stato riportato dalla CNN che ha citato un tweet postato da una parlamentare ucraina.

Nello specifico, la deputata Inna Sovsun ha scritto: “Il gasdotto Donetsk-Mariupol è stato danneggiato dagli occupanti #russi. Ora, più di 750.000 persone sono rimaste senza riscaldamento, mentre fuori spesso le temperature sono sottozero. Quasi 1 milione di persone deve affrontare un disastro umanitario e rischiare di congelare. Abbiamo bisogno di #NoFlyZone ora”.

Kuleba: “200.000 stranieri da 52 Paesi vogliono combattere con l’esercito ucraino”

Intanto, è stato comunicato che circa 20.000 stranieri hanno deciso di offrirsi volontari per combattere a fianco dell’esercito ucraino. La notizia è stata diffusa dal ministro degli Esteri del Governo di Kiev, Dmytro Kuleba che, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, ha svelato che migliaia di stranieri provenienti da 52 Paesi diversi hanno inviato domanda per poter entrare a far parte dell’esercito ucraino e aiutare la Nazione a lottare contro l’invasione russa.

Il ministro Kuleba, inoltre, si è scagliato contro multinazionali come Coca-Cola e McDonald’s che hanno scelto di non interrompere i propri rapporti commerciali con la Russia: “Il gas e il petrolio russi sono intrisi di sangue ucraino‘. Ed è per questo che ‘tutte le aziende occidentali dovrebbero smetterla di fare affari in Russia e ritirarsi immediatamente dal Paese”.

Quarto colloquio telefonico tra Putin e Macron sulla guerra in Ucraina

Nel primo pomeriggio di domenica 6 marzo, il presidente russo Vladimir Putin non ha sentito soltanto il presidente turco Erdogan ma anche il presidente francese, Emmanuel Macron. La notizia relativa al colloquio telefonico tra Mosca e Parigi è stata rivelata dall’Eliseo.

A partire dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio 2022, il presidente Putin e il presidente Macron hanno avuto quattro confronti, incluso quello più recente del 6 marzo.

Nel corso dell’ultima conversazione telefonica durata circa un’ora e quarantacinque minuti, l’Eliseo ha riferito che il presidente Putin ha detto di essere “pronto a rispettare le norme dell’Aiea sulla protezione delle centrali nucleari” e ha ribadito che “non è sua intenzione procedere ad attacchi contro le centrali”. A questo proposito, è stato rivelato che il leader del Cremlino abbia espresso la sua “grave preoccupazione sui rischi per la sicurezza nucleare all’invasione russa dell’Ucraina e della necessità dell’adozione di misure concrete per rispondere a questa preoccupazione”.

Il presidente Macron, ha precisato l’Eliseo, “ha sottolineato la necessità assoluta di evitare di compromettere l’integrità delle installazioni nucleari civili ucraine. È imperativo garantire la sicurezza in linea con le regole dell’Aiea e alle proposte del direttore generale”.

Putin a Macron: “Truppe russe non stanno colpendo i civili ucraini”

In occasione della conversazione con il presidente francese, Putin ha negato che l’esercito russo “stia prendendo di mira i civili ucraini”. Al contrario, in relazione al fallimento dei corridoi umanitari a Mariupol, il leader del Cremlino ha spiegato a Macron che Kiev “ancora non rispetta gli accordi raggiunti sull’evacuazione della popolazione dai luoghi delle ostilità”.

Il Cremlino, poi, ha comunicato che il presidente Putin ha rivelato al suo omologo francese che sia l’Ucraina a essere responsabile per “la provocazione” che si è consumata presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia.

L’Eliseo, invece, ha riferito che il presidente Macron ha chiesto al suo omologo russo “che venga rispettato il diritto internazionale umanitario, assicurata la protezione delle popolazioni civili e l’approvvigionamento degli aiuti umanitari. Ha ricordato l’importanza di una soluzione nell’ambito delle trattative pienamente accettabili per gli ucraini”. Il presidente francese ha anche espresso preoccupazione per l’ipotesi di un attacco contro Odessa.

Guerra in Ucraina, Scholz: “Positivo e non scontato che tutti i Paesi UE accolgano profughi”

Nel pomeriggio di domenica 6 marzo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato con ammirazione la solidarietà che i cittadini europei stanno mostrando nei confronti dei rifugiati che stanno scappando dalla guerra in Ucraina.

Al termine di un colloquio con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, infatti, il cancelliere tedesco ha postato il seguente tweet: “È positivo e non scontato che tutti i Paesi dell’UE accolgano bambini, donne e uomini insieme, in modo rapido e senza burocrazia – e ha proseguito –. Una cosa è chiara: insieme aiuteremo chi cerca rifugio dalla guerra. E restiamo uniti! Con questa guerra, l’Europa si avvicina e lo dimostra la reazione unitaria con le sanzioni all’attacco russo e la volontà di accogliere i rifugiati dall’Ucraina”.

Trump: “Bandiere cinesi sui caccia F22 americani per bombardare la Russia”

Sulla guerra tra Russia e Ucraina, è nuovamente intervenuto anche l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Secondo quanto riferito dal Washington Post, partecipando a un evento a New Orleans insieme ai “big donor” repubblicani, Trump avrebbe scherzato e pronunciato battute legate alla drammatica guerra scoppiata nel cuore dell’Europa che sta dilaniando l’Ucraina.

Nello specifico, l’ex presidente americano ha dichiarato: “Gli Stati Uniti dovrebbero mettere la bandiera cinese sui caccia F22 e dovrebbero bombardare a tappeto la Russia – e ha aggiunto –. Poi diciamo: ‘È stata la Cina, non siamo stati noi’. E loro cominciano a combattersi tra di loro. Noi ci sediamo a guardare”.

Medici senza frontiere invia forniture mediche a Kiev

In Ucraina, Medici senza frontiere ha inviato tre camion che hanno trasportato 120 metri cubi di forniture mediche. L’Ong ha affermato: “Sono state scaricate in un magazzino a Leopoli e sono pronte per essere inviate a Kiev su un treno. Le forniture mediche sono composte da kit chirurgici e traumatologici, farmaci per malattie croniche e materiale per gestire grandi afflussi di feriti. Questo materiale sarà donato agli ospedali che hanno urgente bisogno di rifornimenti”.

Oltre a Medici senza frontiere, anche la Commissione europea si è attivata per fornire scorte mediche strategiche di RescEU (il programma europeo rafforzato dedicato alla protezione civile) all’Ucraina. Il materiale verrà inviato da Germania, Paesi Bassi e Ungheria: è quanto reso noto dal commissario europeo per la gestione delle crisi, JanezLenarcic, che ha precisato che “la situazione umanitaria in Ucraina sta diventando ogni giorno più critica”.

Israele, invece, ha riferito che a breve invierà sei generatori all’ospedale di Leopoli, in Ucraina, per creare un ospedale da campo.

Nel frattempo, l’Onu ha diramato un nuovo bilancio delle vittime della guerra. Le Nazioni Unite hanno annunciato che, in Ucraina, hanno perso la vita almeno 364 civili mentre 759 sono rimasti feriti dall’inizio del conflitto armato.

Secondo quanto riferito dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, inoltre, tra il 24 febbraio e il 3 marzo, dei 364 civili uccisi, almeno 42 sono donne, 8 sono ragazzi, 4 sono ragazze e, infine, 13 sono bambini.

Polonia e Regno Unito ribadiscono il non intervento nella guerra in Ucraina

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, nel pomeriggio di domenica 6 marzo, la cancelleria del primo ministro della Polonia ha annunciato che il Paese non invierà jet a Kiev.

Nello specifico, secondo quanto riferito dai media americani, la cancelleria polacca ha condiviso un tweet che riporta il seguente messaggio: “La Polonia non manderà i suoi jet all’Ucraina, come pure non consentirà di usare i suoi aeroporti. Stiamo aiutando in molte altre aree”.

Al momento, il Governo di Varsavia ha segnalato che circa un milione di persone hanno attraversato il confine polacco dall’ucraina dallo scorso 24 febbraio 2022. In un tweet postato dalle guardie di frontiera polacche, infatti, è stato confermato che “già 964 mila persone in fuga dall’Ucraina alla Polonia sono state sgomberate ai valichi di frontiera”.

Il capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, l’ammiraglio Tony Radakin, intanto, ha asserito ai microfoni della BBC che per i cittadini britannici recarsi in Ucraina per combattere contro i russi “sarebbe illegale e inutile”. Per questo motivo, l’ammiraglio Radakin ha esortato gli inglesi a non andare in Ucraina ma di aiutare il Paese restando in Patria. Recarsi a Kiev, infatti, avrebbe come unico risultato soltanto mettere a repentagli la propria vita e darebbe anche alla Russia “l’errata percezione” che Londra abbia deciso di inviare in Ucraina truppe per impegnarsi nelle ostilità.

L’ammiraglio Radakin ha anche confermato di aver respinto la richiesta di una no-fly zone avanzata dall’Ucraina poiché questa non sarebbe utile a livello tattico e potrebbe, al contrario, provocare un inasprimento del conflitto.

Kiev: “NATO non pronta a ingresso dell’Ucraina”. Mosca: “Seri dubbi sulla neutralità di Vienna”

A Fox News, un membro della delegazione ucraina ai negoziati con la Russia e capo del partito del presidente Zelensky “Servo del Popolo”, David Arakhamia, ha dichiarato: “La NATO non è pronta a discutere l’ingresso dell’Ucraina nei prossimi 5-10 anni, non combatteremo per la richiesta di adesione”.

Arakhamia, poi, ha precisato: “Le uniche parti su cui è impossibile un accordo con la Russia sono il riconoscimento della Crimea come parte del territorio russo e l’indipendenza delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk”.

Al contempo, Mosca ha espresso dubbi sulla neutralità di Vienna. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, infatti, ha contestato le recenti osservazioni rilasciate dal cancelliere austriaco, Karl Nehammer, e dal ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, sul conflitto tra Russia e Ucraina. Nello specifico, Lavrof ha dichiarato: “Nutriamo seri dubbi sulla qualità della neutralità di Vienna che negli ultimi tempi è notevolmente diminuita ed erosa – e ha proseguito –. Negli ultimi giorni siamo venuti a conoscenza di alcune dichiarazioni unilaterali e oltraggiose fatte da funzionari del governo austriaco sulla Russia in relazione alla situazione in Ucraina”.

Recentemente, infatti, il cancelliere austriaco ha affermato pubblicamente: “La leadership russa ha usato ‘retorica emotiva anti-russa’ per scatenare unilateralmente una guerra violando gli aiuti umanitari internazionali. È responsabile crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

Blinken: “Via libera a invio di caccia dai Paesi NATO a Kiev”. Mosca: “Interferenze implicano espansione del conflitto”

In materia di spazio aereo, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha riferito a Face The Nation della CBS che gli Stati Uniti d’America hanno deciso di dare il “via libera” ai Paesi della Nato che vogliono fornire aerei da combattimento a Kiev.

La decisione è stata presa a distanza di solo un giorno dalla richiesta avanzata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivolta ai membri del Congresso durante una videochiamata su Zoom effettuata nella giornata di sabato 5 marzo.

A questo proposito, secondo quanto riportato da Interfax, il ministero della Difesa russo ha inviato uno specifico avvertimento asserendo che qualsiasi Stato dovesse decidere di ospitare aerei militari ucraini entro i propri confini “saràcoinvolto nel conflitto”.

La nota del ministero della Difesa, infatti, riporta quanto segue: “Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l’uso futuro di questi aerei contro le forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato”.

Michel risponde a Mosca: “Coordinamento tra Paesi membri”

Il monito di Mosca è stato commentato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ai microfoni di France Info e France Inter. In questa circostanza, Michel ha asserti: “La chiusura dello spazio aereo dell’Ucraina nelle circostanze attuali sarebbe considerato come l’ingresso in guerra della Nato e quindi un rischio di una terza guerra mondiale”.

In relazione alla possibilità di inviare aerei al Governo di Kiev, Michel ha scelto di non rispondere alla domanda data la “sensibilità” del tema, ma ha ricordato: “C’è un coordinamento con i Paesi membri che possono prevedere consegne o donazioni di materiale legato all’aeronautica, ma dobbiamo considerare che i soldati ucraini devono avere attrezzature per cui siano addestrati”.

Kiev chiede corridoio umanitario. Kharkiv, caccia russo abbattuto: si attendono altri raid

La guerra in Ucraina non accenna ad avviarsi verso una conclusione ma, al contrario, sta diventando sempre più atroce e violenta. In questo contesto, l’amministrazione militare regionale di Kiev ha lanciato un appello, invocando aiuto per mettere in salvo i civili.

A Kiev, infatti, l’amministrazione militare regionale citata dalla CNN ha denunciato: “Migliaia di persone si ritrovano in isolamento a causa delle ostilità dirette e in alcuni luoghi per cinque, sei giorni sopravvivono senza elettricità, acqua, cibo, assistenza medica e mezzi di sussistenza. Sono in pericolo diretto. Serve un corridoio umanitario per bene della vita e della salute delle persone, per garantire l’immediata consegna di aiuti agli abitanti della regione di Kiev e l’evacuazione dei civili. La situazione più difficile si registra nel territorio da Borodyanka a Hostomel, a nord di Kiev”.

A Kharkiv, intanto, un’unità della Guardia Nazionale ucraina ha abbattuto un jet da combattimento russo che sorvolava i cieli della città ucraina. L’episodio è stato diramato da Ukrainska Pravda che ha precisato che le forze ucraina hanno neutralizzato il caccia russo con un missile terra-aria. Secondo quanto riferito, il pilota del jet russo non avrebbe avuto il tempo di paracadutarsi e sarebbe, di conseguenza, deceduto durante l’operazione militare.

Il caccia si è schiantato nell’area di Kulinichey: i servizi di intelligenze di Kiev sono convinti che a breve potrebbero essere effettuati altri raid da parte del nemico.

Guerra in Ucraina, Zelenky sente Draghi

Nel tardo pomeriggio di domenica 6 marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un tweet, spiegando di aver parlato con il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, circa l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.

A questo proposito, Zelensky ha scritto: “Ho discusso con il Presidente del Consiglio Mario Draghi del modo per contrastare l’aggressione. L’ ho informato sui crimini della Russia contro i civili, sul terrorismo nucleare. La questione del sostegno all’Ucraina e dell’esame della nostra domanda di adesione in Europa è stata sollevata”.

In seguito al colloquio con il leader ucraino, Palazzo Chigi ha spiegato che il premier Draghi “ha condannato gli attacchi della Russia ai civili e alle infrastrutture nucleari, ha riaffermato la volontà italiana di fornire sostegno e assistenza all’Ucraina e alla sua popolazione e ha ribadito come l’Italia sostenga l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea. Il Presidente Zelensky ha ringraziato il Presidente Draghi per la sua vicinanza e per quella dell’Italia”.

Aeia, preoccupazione per centrale nucleare di Zaporizhzhya e conseguenze della guerra in Ucraina

In relazione al terrorismo nucleare in Ucraina, è intervenuto anche il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aeia), Rafael Mariano Grossi, che si è detto “profondamente preoccupato” per quanto sta accadendo nel Paese. Le maggiori preoccupazioni riguardano, ovviamente, la centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande esistente in Europa.

Su Twitter, l’Aeia ha riferito: “’Il personale regolare continua a far funzionare la centrale nucleare di Zaporizhzhya, ma la gestione dell’impianto è ora agli ordini del comandante delle forze russe che controllano il sito – e ha aggiunto –. L’autorità di regolamentazione nucleare dell’Ucraina ha detto all’Aiea di avere problemi di comunicazione con il personale che gestisce la centrale nucleare di Zaporizhzhya”.