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Guerra in Ucraina, quanto tempo servirà per fermare Putin: decisive le prossime settimane

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"Le prossime settimane saranno decisive", ha dichiarato il segretario della difesa americano Llyod Austin all'inizio del vertice di Ramstein.

Non si fermano le sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia, ma Putin non sembra intenzionato a fermarsi. Le violenze in Ucraina sono ormai all’ordine del giorno e il dolore di un Paese dilaniato dalla guerra resta profondo e incolmabile. Intere famiglie sono state divise, molte spezzate per sempre. I genitori hanno perso i figli, le mogli i propri mariti, i figli dicono addio ai padri costretti a combattere al fronte (e chissà se presto potranno riabbracciarsi). Mosca continua l’invasione nella vicina Ucraina e con la nuova limitazione nelle forniture di gas è pronta a mettere in difficoltà altri Paesi. Dopo la Polonia, anche la Bulgaria dovrà fare i conti con l’interruzione delle forniture, ma il Paese non ha alcuna intenzione di piegarsi. Difficile prevedere quando finirà la guerra in Ucraina: nel primo dei tre giorni del vertice di Ramstein, il segretario della Difesa americano ha fatto il punto della situazione insieme agli alleati Nato.

Guerra in Ucraina, quando finirà? L’impegno della Nato per fermare Putin

Iniziato il vertice di Ramstein, base aeronautica statunitense in Germania. L’incontro è stato voluto dagli americani con la presenza dei rappresentanti di 43 Paesi per fare il punto della situazione in Ucraina. L’ipotesi che il conflitto termini il prossimo 9 maggio sembra sempre più impossibile. Per questo motivo, serve stabilire velocemente le prossime mosse e cercare di fermare quanto prima la Russia. Così i Paesi dell’Alleanza hanno stabilito in “quattro, cinque settimane” il termine ultimo per fermare Vladimir Putin, che minaccia anche i territori Nato. Lloyd Austin, segretario della difesa americano, ha esortato gli alleati dell’Ucraina a “muoversi alla velocità della guerra” per supportare militarmente a Kiev. “Le prossime settimane saranno decisive”, ha dichiarato.

Occorre fare presto, non c’è tempo da perdere, dobbiamo muoverci con il ritmo della guerra“: Berlino intanto ha deciso di fornire 50 carri armati anti-aerei all’Ucraina e la svolta è stata definita “un cambiamento senza precedenti”. È il “segno dell’unità” degli alleati contro l’invasione dei russi. Oltre ai tedeschi, nuovi aiuti sono previsti da parte della Gran Bretagna.

Dopo il rischio di coinvolgimento della Transnistria “è importante che facciamo tutto il possibile perché l’Ucraina abbia successo, questo è il modo migliore per affrontare questo rischio”, ha sottolineato il segretario Austin. Qualora nelle prossime settimane Putin non dovesse allentare la presa, si rivelerà necessario “indebolire la Russia e impedirle di riacquisire la forza militare necessaria per aggredire altri Paesi”. Il segretario, inoltre, ha ricordato che il ricorso all’arma atomica è “molto pericoloso” e si tratta di “una retorica pericolosa e inutile”.

Il ruolo dell’Italia

Anche l’Italia continuerà a inviare armamenti all’Ucraina. A confermarlo è il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. A Ramstein, infatti, ha fatto sapere che l’Italia continuerà a fare la propria parte sulla base delle indicazioni decise dal Parlamento italiano”. Dal nostro Paese saranno mandati in Ucraina nuovi equipaggiamenti militari “indispensabili per continuare il supporto alla resistenza ucraina”, riferisce l’Agi.

“La nostra volontà di continuare a sostenere le Forze Armate di Kiev è quanto ho già di recente ribadito al ministro della Difesa ucraino, Reznikov, nel corso della telefonata della scorsa settimana, in cui ci siamo confrontati sulle esigenze del suo Paese in termini di aiuti”, ha aggiunto il ministro Guerini.