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Guerra in Ucraina: un anno di tensioni tra Mosca, Kiev e Occidente. Quali sono state le tappe salienti?

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Quali sono state le tappe salienti che hanno caratterizzato un anno di tensioni tra Mosca, Kiev e l’Occidente, portando alla guerra in Ucraina?

L’Ucraina continua a essere in balia degli attacchi e dei missili russi. Come si è arrivati all’invasione del Paese e quali sono state le tappe salienti che hanno segnato l’escalation delle tensioni che hanno caratterizzato i rapporti tra Kiev, Mosca e l’Occidente nell’ultimo anno?

Guerra in Ucraina: un anno di tensioni tra Mosca, Kiev e Occidente

La guerra in Ucraina è diventata una realtà e il mondo intero sta seguendo con il fiato sospeso quanto sta accadendo nella Nazione guidata dal presidente Volodymyr Zelensky. Il conflitto è scoppiato dopo un anno di crescenti tensioni che hanno dominato i rapporti tra Mosca, Kiev e Occidente.

Circa un anno prima del conflitto, tra marzo e aprile 2021, l’esercito della Russia aveva cominciato a trasferire truppe e materiali in Crimea destando preoccupazioni negli ambienti di Governo ucraini. Per questo motivo, il Paese decise di convocare una riunione dell’Organizzazione europea per la sicurezza e lo sviluppo (Osce). La delegazione russa, tuttavia, non prese mai parte alle riunioni mentre Mosca continuava a schierare militari in posizioni strategiche.

A settembre 2021, il New York Times aveva stimato che al confine con l’Ucraina fossero presenti almeno 80.000 soldati russi. In questo modo, ha cominciato a prendere forma l’idea che il rischio che la Russia invadesse l’Ucraina fosse concreto.

A novembre 2021, il presidente Zelensky ha denunciato la presenza di 100.000 soldati russi al confine: l’invio delle truppe era stata giustificata da Mosca con la presenza di navi da guerra americane nel Mar Nero. Vladimir Putin, infatti, ha ripetutamente ribadito che l’ingerenza della NATO stava diventando sempre più forte in Ucraina creando un problema di “linea rossa” per il Cremlino.

Quali sono state le tappe salienti che hanno portato al conflitto armato?

In questo contesto, già il 1° dicembre 2021, il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva riferito di avere prove che Mosca stesse organizzando l’invasione dell’Ucraina. Le accuse ricevute erano state subito reindirizzate da Putin contro l’Ucraina, responsabile di violare gli accordi di Minsk, facendo convergere quasi metà del suo esercito nel Donbass per combattere i separatisti filorussi. Il Cremlino, quindi, si ostinava a smentire ogni ipotesi di aggressione contro Kiev e aveva anche intimato alla NATO di non fornire armi alla Nazione.

Sempre nel mese di dicembre 2021, Joe Biden e Vladimir Putin hanno avuto un colloquio in videoconferenza durante il quale hanno affrontato il problema dell’Ucraina. In quella circostanza, Putin aveva chiesto agli USA garanzie rispetto alla NATO e chiedendo che venisse fermata l’espansione dell’organizzazione verso Est.

In un secondo colloquio tra i due leader, Biden aveva nuovamente invitato la Russia a ridurre la presenza militare in prossimità dei confini ucraini, minacciando il Paese di sanzioni.

In seguito al colloquio, il Ministero degli Esteri russo aveva diramato una nota ufficiale: “Se non seguirà una risposta costruttiva entro un tempo ragionevole e l’Occidente proseguirà il suo corso aggressivo, la Russia sarà costretta a prendere tutte le misure necessarie per garantire un equilibrio strategico ed eliminare le minacce inaccettabili alla nostra sicurezza”.

I primi colloqui sulla crisi e l’invasione dell’Ucraina

Il 10 gennaio 2022, si sono tenuti a Ginevra i primi colloqui bilaterali incentrati sulla crisi in Ucraina nella speranza di riuscire a risolvere la questione attraverso la diplomazia.

Due giorni dopo, in occasione del vertice tra NATO e Russia, gli Stati Uniti hanno risposto per la prima volta alle richieste di Mosca rivendicando il principio dell’autodeterminazione di ogni Stato di poter scegliere le proprie partnership.

Il 21 gennaio 2022, il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov si sono nuovamente incontrati a Ginevra. In questa occasione, gli Stati Uniti hanno rivelato come l’Occidente avrebbe reagito all’invasione terrestre dell’Ucraina.

Nel mese di gennaio, inoltre, si è cominciato a lavorare alle sanzioni da adottare contro la Russia, generando le prime spaccature in Europa. Paesi come Italia e Germania, infatti, temevano di scatenare una drammatica crisi energetica.

Il 31 gennaio 2022, l’Occidente ha criticato le politiche aggressive della Russia durante un vertice del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il Cremlino ha risposto accusando l’Unione Europea e gli Stati Uniti di “isterismo”, ribadendo come fossero loro i principali fautori delle tensioni in atto.

Da un simile contesto, infine, sono scaturiti gli attacchi reciproci tra Russia e Occidente che si sono susseguiti a ritmo serrato sin dai primi giorni di febbraio 2022.

Con il naufragare di ogni tentativo di conciliazione e il fallimento dei negoziati diplomatici, la Russia ha dunque deciso di procedere all’invasione dell’Ucraina, dopo aver riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste filorusse nel Donbass.