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Guerra Russia-Ucraina: quali sono i Paesi che hanno chiuso lo spazio aereo alla Russia?

Guerra Russia-Ucraina: l'elenco aggiornato dei Paesi che hanno chiuso lo spazio aereo alla Russia

Ecco un elenco aggiornato relativo ai Paesi che hanno scelto di chiudere lo spazio aereo ai velivoli della Russia e delle relative compagnie aeree.

A partire dalla giornata di sabato 26 febbraio 2022 e alla luce degli ultimi sviluppi che riguardano il conflitto tra Russia e Ucraina, si sono di fatto moltiplicati i Paesi che hanno deciso di chiudere gli spazi aerei alla Russia.

Ecco un elenco aggiornato alla mattinata di domenica 27 febbraio 2022.

Quali paesi hanno aderito alla chiusura dello spazio aereo nei confronti della Russia?

La guerra tra Russia e Ucraina comincia ad avere pesanti effetti anche per quanto riguarda i voli dei passeggeri civili e merci, dalla giornata di sabato 26 febbraio 2022, la terza di questo conflitto, si sono moltiplicate le adesioni di vari Paesi alla chiusura degli spazi aerei alla Russia.

Al momento i Paesi che hanno deciso di chiudere lo spazio aereo alle compagnie aeree russe sono: Italia, Regno Unito, Bulgaria, Austria, Germania, Polonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovenia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Svezia, Irlanda, Belgio, Olanda, Finlandia e Francia.

Le conseguenze della chiusura dello spazio aereo ai russi: qual è l’obiettivo dei Paesi aderenti?

L’obiettivo della decisione intrapresa da moltissimi Paesi, relativa alla chiusura dello spazio aereo alla Russia è quello di inasprire ulteriormente le sanzioni stabilite nei confronti della Nazione guidata politicamente da Putin e di colpirla finanziaramente per l’attacco contro l’Ucraina.

Allo stesso tempo, la chiusura dello spazio aereo si configura anche come una misura di sicurezza messa in atto dai Paesi che scelgono di aderire.

La risposta della Russia alla chiusura dello spazio aereo

La Russia dal canto suo ha chiuso il suo spazio aereo alle compagnie aeree legate o registrate in Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Bulgaria e Repubblica Ceca e Slovenia.

Anche se di fatto alla luce degli ultimi sviluppi e delle recenti adesioni pervenute, l’elenco potrebbe essere ampliato su decisione del Governo Russo.