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Guerra, senatore vicino a Biden: "Cosa facciamo se Putin attacca un paese Nato?"

Christopher Coons

Il senatore Christopher Coons, parlamentare vicino a Biden, ha spiegato che gli alleati devono farsi delle domande sul percorso della guerra.

Il senatore Christopher Coons, uno dei parlamentari più vicini al presidente americano Biden, pensa che gli alleati debbano farsi delle domande sul percorso futuro della guerra, cercando di capire cosa fare se Putin decidesse di attaccare uno dei paesi della Nato. 

Guerra, senatore vicino a Biden: “Cosa facciamo se Putin attacca un paese Nato?”

Il senatore Christopher Coons, parlamentare più vicino al presidente Biden, in un’intervista per il Corriere della Sera, ha parlato di inquietanti scenari sugli sviluppi della guerra in Ucraina. “Che cosa faremmo se Putin decidesse di sconfinare in Moldavia o in Georgia? Come dovremmo reagire se un missile russo dovesse colpire il territorio della Nato? Dobbiamo prepararci per tutti i possibili scenari, restando uniti” ha dichiarato, precisando che non sta chiedendo di inviare soldati americani o dell’Alleanza Atlantica a combattere. “No, non sto chiedendo nulla di tutto ciò. Credo, invece, che il Congresso americano e gli alleati si debbano interrogare sul percorso di questa guerra” ha spiegato. 

Coons chiede anch all’Italia di impegnarsi sul campo

La richiesta di Coons di impegnarsi sul campo è rivolta anche all’Italia, anche senza contributi economici. “Per esempio, rafforzare ulteriormente il fianco Est dell’Alleanza Atlantica. L’Italia, peraltro, lo sta già facendo. Tutti noi dobbiamo mandare un messaggio chiaro a Putin: Stati Uniti ed Europa sono uniti più che mai e non si faranno dividere” ha spiegato. Secondo il senatore “Putin ci sta mostrando tutti i giorni quanto sia brutale. Non possiamo consentirgli di continuare a massacrare i civili. La situazione si sta evolvendo. Stiamo accumulando le prove terrificanti dei crimini di guerra commessi dalle forze armate russe. Abbiamo visto usare gli stupri, la mancanza di cibo, la fame come strumenti di guerra. I russi continueranno in questa escalation. E penso che Putin si fermerà solo se lo fermiamo noi“.