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Guerra Ucraina, Berlusconi spiega in che modo si può arrivare alla trattativa di pace

Guerra Ucraina Berlusconi

Il presidente di Forza Italia Berlusconi, nel nuovo libro di Bruno Vespa ha spiegato come si può arrivare a sedersi al tavolo della pace.

In seguito alla diffusione degli audio, Silvio Berlusconi è tormato a spiegare qual è il suo pensiero sul conflitto in Ucraina. Il Cavaliere nel libro di Bruno Vespa “La grande tempesta”, ha parlato di come, a suo avviso potrebbe essere possibile perseguire la strada dei negoziati di pace. Immediate le reazioni da parte della politica. Tra questi è intervenuta anche la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno. 

Guerra in Ucraina, come si può arrivare ai negoziati di pace secondo Berlusconi 

Il primo punto sul quale Berlusconi ha dedicato attenzione è l’invio di armi a Kiev e al quale dovrebbe essere posto un freno: “Forse, solo se a un certo punto l’Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l’Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra. In questo caso Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa”.

Pina Picierno: “Berlusconi continua con dichiarazioni umilianti”

Nel frattempo – riporta ANSA – la vicepresidente del Parlamento UE Picierno si è espressa con parole dure, dichiarando senza mezzi termini: “Berlusconi continua con dichiarazioni ed esternazioni umilianti e offensive verso l’Ucraina, il suo popolo e le atroci sofferenze che sta patendo. Allo stesso tempo indebolisce il nostro Paese, minando puntualmente la credibilità e l’affidabilità dell’Italia”. 

Ha poi proseguito nel comunicato: “Tra pochi giorni Meloni sarà a Bruxelles: lei e Tajani prendano subito le distanze dalle vergognose parole di Berlusconi. Ma un fatto resta e resterà: con questo Governo siamo costretti, ogni giorno, ad ascoltare prese di posizione che sembrano indirizzate a compromettere la nostra centralità nell’Unione Europea e a rendere più sbiadita la nostra appartenenza nel blocco atlantico”.