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Guerra Ucraina, la stretta russa sull'informazione: "Vietato parlare di vittime civili"

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La guerra tra Russia e Ucraina prosegue, e da Mosca arrivano direttive chiare sul diffondersi delle informazioni: "Vietato parlare di vittime civili".

La guerra tra Russia e Ucraina prosegue, e da Mosca arrivano direttive chiare sul diffondersi delle informazioni: “Vietato parlare di vittime civili”.

Censura sulle informazioni belliche da parte della Russia

La guerra in Ucraina non è solo a livello militare: continuano le azioni del Roskomnadzor, il “Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa”, con il divieto categorico di diffusione di informazioni belliche che non passino sotto l’approvazione di Mosca.

Sin dallo scoppio del conflitto, sono circolate in tutto il mondo milioni di informazioni da parte delle più disparate fonti, più o meno autorevoli che siano. L’intento dell’autorithy di Mosca è quello di operare una vera e propria censura, soprattutto per quanto riguardano le stime delle vittime civili e degli attacchi ai centri urbani da parte dell’esercito russo.

Il confronto con Meta

La richiesta dell’ente di Mosca è di rimuovere le «informazioni inaccurate circa il bombardamento di città ucraine e la morte di civili come risultato delle azioni delle forze russe». In caso contrario, a tutte quelle testate indipendenti che si rifiuteranno di obbedire a questo ordine, sarà bloccato l’accesso ai siti web.

Questo imperativo arriva all’indomani del confronto avuto con Mark Zuckerberg, proprietario del gruppo Meta. I vertici aziendali hanno fatto sapere che le autorità russe avrebbero ordinato di fermare il fact checking indipendente relativo ai contenuti postati su Facebook da parte di quattro organi di informazione controllati dallo Stato.

La società Meta si è ovviamente rifiutata e, in risposta, sono state annunciate delle sanzioni da parte di Mosca. Il Roskomnadzor ha fatto sapere che sarà imposta una parziale restrizione dell’accesso alle piattaforme di Meta Inc. – Facebook, Instagram e WhatsApp – ai cittadini russi.