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Guerra Ucraina-Russia, i rischi per l'Italia

Guerra Russia Ucraina rischi Italia come aumento benzina

Tra i rischi per l'Italia conseguenti alla guerra tra Russia e Ucraina c'è chi ipotizza una frenata che potrebbe costare un punto di crescita del Pil

Come si evince dal numero delle ricerche su Google, per molti italiani non sono chiari i motivi della guerra tra Russia e Ucraina. Eppure, come ormai ripetono i vari esperti nei talk show, il conflitto riguarda molto da vicino l’Italia.

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe costare un punto di crescita all’Italia

In primo luogo, come ormai tutti sappiamo in quanto il nostro paese è dipendente dal gas russo e l’aumento delle bollette peserà molto sul ceto medio, comprimendo il potere di acquisto e frenando i consumi.

La situazione è in divenire e non è possibile per nessuno fare delle previsioni certe. C’è chi ipotizza che il conflitto potrebbe costare un punto di crescita del prodotto interno lordo. E una crescita ulteriore dell’inflazione nell’ordine del 4-5%.

Ipotesi che si basano su uno scenario ancora incerto. Tuttavia, non c’è dubbio sul fatto che la guerra tra Russia e Ucraina avrà pesanti conseguenze economiche nel nostro paese. Alcune sono immediate: nella giornata del 24, sono volati anche i prezzi del petrolio e del grano.

L’aumento del costo del carburante

Forte preoccupazione per i nuovi aumenti del costo del carburante in un momento in cui sia la benzina sia il diesel avevano già raggiunto valori che non si vedevano da diversi anni.

L’aumento del prezzo del grano

Per quanto riguarda l’aumento del prezzo del grano, con tutto quello che ne consegue come spiega la Coldiretti, “L’aumento delle quotazioni delle materie prime ha interessato anche i prodotti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti come la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e mais che è al massimo da otto mesi”.

Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano

“La guerra sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Ovvio che il crollo delle disponibilità sui mercati mondiali porta con sè il rischio di inflazioni su beni di consumo primario.

Problemi per l’export

Ci sono poi i problemi che investiranno le imprese che esportano. In base a quanto riporta Repubblica, la guerra congela ufficialmente 27 miliardi di interscambio tra Russia e Ucraina. L’export vale 9,8 miliardi mentre l’import pesa per 17,3 miliardi. L’Italia è il quarto Paese esportatore dell’Ue sul mercato russo.

I profughi e il fronte militare

Oltre all’aumento delle bollette, della benzina e di alcuni beni derivati del grano, la guerra tra Russia e Ucraina può avere ripercussioni anche su altri fronti. Come quello dell’arrivo di profughi: alcuni potrebbero ricorrere alla possibilità del ricongiungimento familiare.

Non va nemmeno trascurato il fronte militare. L’Italia, come membro della Nato intende fornire ,come ha spiegato il Ministro della Difesa, il “pieno supporto alle misure che verranno decise”. In parole povere, fornitura di mezzi militari ma anche messa a disposizione di alcuni basi oltre al possibile (anche se al momento si tratta di un’ipotesi remota) coinvolgimento in alcune operazioni.