> > Guggenheim Bilbao: meno visitatori, ma la crisi ci ha rafforzati

Guggenheim Bilbao: meno visitatori, ma la crisi ci ha rafforzati

featured 1523206

Bilbao, 6 ott. (askanews) - Il grande dipinto di Mark Rothko è una sorta di porta su altre dimensioni, pittoriche, ma anche spirituali. Un'opera che ridefinisce la stessa nozione dello spazio che la ospita. Fatto che, se si parla del Museo Guggenheim Bilbao, che sulla propria eccezionalità archi...

Bilbao, 6 ott. (askanews) – Il grande dipinto di Mark Rothko è una sorta di porta su altre dimensioni, pittoriche, ma anche spirituali. Un’opera che ridefinisce la stessa nozione dello spazio che la ospita. Fatto che, se si parla del Museo Guggenheim Bilbao, che sulla propria eccezionalità architettonica ha costruito una vera mitologia globale, diventa ancora più stupefacente. Intorno alla tela del grande espressionista astratto, però, la vita del museo continua a fluire, e passa per il neon di Lucio Fontana così come per gli statement luminosi di Jenny Holzer. Icone, insomma, dentro e fuori lo spazio espositivo. Ma anche per un museo così importante il periodo della pandemia non è stato facile e con il direttore Juan Ignacio Vidarte abbiamo cercato di fare il punto sulla situazione in vista dell’autunno.

“Dall’inizio dell’anno – ha detto Vidarte ad askanews – abbiamo lavorato e previsto dei budget che stimavano un’affluenza circa del 50% rispetto a un anno normale, il che significa che ci aspettiamo circa 500mila visitatori per il 2021. E nei fatti siamo davvero a quel punto: avevamo immaginato che la prima parte dell’anno sarebbe stata un po’ al di sotto del 50% e la seconda parte invece un po’ al di sopra. E’ andata effettivamente così. L’estate è stata molto positiva e siamo già a circa 330mila presenze”.

Ovviamente a pesare è la mancanza dei turisti dall’estero, compensata, come è successo quasi ovunque, da una maggiore attenzione da parte del pubblico locale. “Se avessimo avuto lo stesso numero di visitatori dall’estero del 2019 – ha aggiunto il direttore – questa estate sarebbe stata addirittura migliore rispetto all’estate di due anni fa. L’aspetto positivo di questo tipo di crisi è che se si riesce a superarle credo che possano rappresentare un fattore di rafforzamento per un’istituzione”.

La programmazione e la qualità delle mostre appaiono come una prova tangibile della volontà di continuare a puntare in alto del Museo Guggenheim Bilbao, capace di conciliare la vocazione globale e di massa con una ricerca costante, con un’attenzione a lavori che, come per esempio nel caso dei film di Cecilia Bengolea, hanno la forza di abbracciare la contemporaneità e restituircela su uno schermo nella sua pienezza.

E poi, naturalmente, c’è la domanda su cosa succederà adesso, su come il museo guarda al futuro. “La cosa più importante del 2022 – ha concluso Juan Ignacio Vidarte – è che sarà l’anno del nostro 25esimo anniversario, e stiamo preparando la celebrazione con un programma molto ricco. Spero che sarà anche un anno nel quale tutto tornerà a somigliare a quello che consideravamo la normalità due anni fa”.

Parlare di normalità davanti ai girasoli neri di Kiefer o al famosissimo ragno di Louise Bourgeois può sembrare strano, ma solo se non si pensa alla natura dell’arte contemporanea, alla sua necessaria e sperata problematicità, che poi, in fondo ne genera il fascino più profondo e duraturo.

(Leonardo Merlini)