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Quando andare in pensione: i requisiti necessari

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La pensione è un diritto di tutti i lavoratori, scopri quali sono i requisiti e quando si può ottenere.

Quando sarà possibile andare finalmente in pensione? Ogni anno milioni di persone si pongono questa domanda, anche a causa dei vari cambiamenti che ogni anno investono le leggi che regolano la pensione in Italia. All’attuale legislazione in materia, sono stati tuttavia recentemente aggiunti provvedimenti che vanno da Quota Cento all’Ape Sociale fino ad arrivare ad Opzione Donna. Detto questo, è possibile sapere con certezza quando andare in pensione? Contrariamente a quello che si potrebbe erroneamente credere, si è in presenza di un quesito di non facile risoluzione, dato che in ogni caso non esiste una risposta universale valida per la totalità dei lavoratori. La data di pensionamento è infatti direttamente proporzionale a fattori che vanno dall’anzianità contributiva all’età, dal riconoscimento di un qualche grado di invalidità fino ad arrivare ad eventuali maggiorazioni contributive. Inoltre, come se ciò non fosse ancora sufficiente, non esiste un solo tipo di trattamento pensionistico, visto che le opzioni selezionabili sono le più disparate: ricongiunzione, cumulo, separazione, tanto per citare qualche caso esemplificativo.

Quando andare in pensione: i requisiti

A seconda della tipologia di pensione da percepire, la legislazione in materia prevede il possedimento di requisiti differenti, i quali possono interessare sia l’età anagrafica sia gli anni di versamento dei contributi. Per quello che attiene il conteggio dell’età, bisogna far riferimento a quella che è l’età pensionabile prevista per ciascun trattamento vigente ogni anno. Il tutto tenendo presente la progressione periodica dei parametri legati all’aspettativa di vita. L’età rappresenta un parametro di fondamentale importanza per quel che concerne ciascun tipo di trattamento, con l’eccezione della pensione anticipata e quella di anzianità in totalizzazione. Le cose si complicano quando c’è da calcolare i contributi versati, visto che spesso e volentieri il computo viene espletato in settimane. Generalmente, va data un’occhiata ai cosiddetti coefficienti di trasformazione, valido ausilio per comprendere nel migliore dei modi gli anni di contributi finora maturati:

  • 52 settimane corrispondono ad un anno;
  • 4,333 settimane sono invece equivalenti ad un mese di contribuzione;
  • 0,19259 settimane rispondono invece ad una giornata di contribuzione.

I lassi temporali di contribuzione inerente a diverse collaborazioni lavorative possono essere soggetti a somma o in modo completamente gratuito, se si fa richiesta della totalizzazione, del computo o del cumulo o a titolo oneroso, se si vuole la ricongiunzione dei contributi presso un’unica gestione. Il calcolo della pensione può essere bastato su tre regimi: il regime è retributivo fino alla data del 31 dicembre del 2011, con quello contributivo che invece scatta per coloro che, al 31 dicembre 1995, abbiano già maturato più di 18 anni di contributi; vi è poi un regime retributivo fino al 31 dicembre 1995 che passa poi al contributivo per chi, nella stessa data, non sia arrivato a maturare 18 anni di contributi; vi è infine un regime interamente contributivo per chi chi non gode di alcun contributo antecedente l’anno 1996.

Quando andare in pensione: il calcolo dei contributi

Per poter aver diritto alla pensione di vecchiaia, bisogna essere titolari di un delineato titolo, correlato a 20 anni di contributi. I requisiti necessari, tenendo conto dei prossimi 4 anni, sono riassumibili come segue:

  • 2017: l’età è di 67 anni e 2 mesi per gli uomini e le donne che siano dipendenti nel settore pubblico, di 66 anni ed un mese per le donne che lavorano in proprio e di 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti;
  • 2018: l’età pensionabile è di 66 anni e 7 mesi per tutti;
  • 2019: l’età pensionabile si porta a 67 anni per tutti;
  • 2020: di nuovo 67 anni per tutti fino ad arrivare al 2023 sempre al 67 anni e sei mesi per tutti.

Quando andare in pensione: il portale Inps

Sul portale dell’ente previdenziale è possibile far utilizzo di un mezzo utilissimo, volto appunto a fare maggiore chiarezza a proposito di quando andare in pensione e dell’entità dell’assegno mensile che verrà percepito. È bene tuttavia precisare che il calcolo verrà effettuato concentrandosi sul numero di contributi corrisposti al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti e sui contributi versati alla Gestione separata. Connettendosi alla sezione “Prestazioni” del portale Inps, bisognerà prima di tutto immettere il proprio codice fiscale ed un codice pin, il quale rimarrà personale. L’applicazione in questione è capace di effettuare una verifica attinente al numero di contributi versati ed a quelli mancanti per poter raggiungere la pensione. Il servizio, oltre che essere molto facile da utilizzare, calcolerà anche quanto manca alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata.