Alfred Hitchcock: la carriera e la filmografia

Alfred Hitchcock, uno dei regusti più noti del mondo, viene ricordato come il genio del thriller.

Alfred Hitchcock è forse il regista più noto ed iconico di tutti i tempi. Di origini britanniche, egli viene considerato universalmente il maestro della suspense, un precursore dell’importanza di temi quali la psicanalisi e soprattutto un grande innovatore della settima arte. Più di ogni altra cosa, Hitchcock è un genio del thriller, poiché crea sapientemente suspense, seminando indizi e presentimenti nel pubblico grazie a movimenti di camera particolari, ritmo e narrazione.

L’inizio della carriera di Alfred Hitchcock

Nel corso della propria attività, ad Alfred Hitchcock sono state attribuite cinquantatre pellicole, divise tra periodo britanico ed americano. Oltre a queste, il regista ha preso parte ad altri progetti per il cinema e per la TV. Di seguito andiamo ad esplorare la filmografia di una figura cruciale del cinema, ponendo l’accento sui film più rilevanti.

La prima pellicola come regista è Il Labirinto delle passioni, del 1925, seguito da L’aquila di Montagna che viene rilasciato l’anno successivo. Il regista firma altre sette pellicole prima della conclusione del decennio, molte delle quali mute e considerate di poca rilevanza da parte dei critici, se non quella formativa per la futura sensibilità del regista. Anche gli anni Trenta, nonostante l’avvento del conflitto mondiale, si dimostreranno particolarmente prolifici. Prima di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, Alfred Hitchcock firmerà ben tredici pellicole in bianco a nero, tra le quali spiccano La signora scompare. Questo film del 1938 narra le intriganti vicende di un gruppo di persone sconosciute in viaggio su un treno con un immancabile mistero da risolvere.

Il primo periodo americano

A partire degli anni Quaranta ha inizio il periodo americano, che darà vita ad alcune delle opere più importanti, con Rebecca e Corrispondente straniero, entrambi del 1940. Seguiranno poi Il signore e la Signora Smith, Il sospetto, I sabotatori,
L’ombra del dubbio e Prigionieri dell’Oceano. Uno dei suoi film tuttora più conosciuti, Notorious, uscito nel 1946, rese il regista ancor più famoso.

Chiudono il decennio altre tre pellicole, sia a colori sia in bianco e nero: Il Caso Paradine, Nodo alla gola, vero e proprio capolavoro, ed infine Il peccato di Lady Cosidine. Nei primi anni Cinquanta, il regista firma tre pellicole tutte a ridosso l’una dell’altra ma sarà la quarta, Il delitto perfetto del 1954, a segnare un momento importante ossia l’inizio della collaborazione con la musa Grace Kelly, che reciterà per lui anche ne La finestra sul cortile, forse l’opera hitchcockiana più rilevante al giorno d’oggi, soprattutto per quel che riguarda la tematica. Grace Kelly tornerà a recitare un’ultima volta per il regista inglese in Caccia al Ladro (1955), sul cui set conoscerà il futuro marito.

Si chiude un decennio davvero prolifico per Hitchcock, che firmerà altre cinque pellicole prima del 1960, tra cui vale la pena ricordare specialmente La donna che visse due volte ed Intrigo internazionale. In questo periodo si alternano pellicole a colori con film in bianco e nero, l’ultimo dei quali sarà Psycho.

Alfred Hitchcock: gli anni Sessanta

La sua opera degli anni Sessanta diventa sempre più intrisa di psicologia, in particolare con il capolavoro assoluto, il già citato Psycho, che all’apparenza sembra un semplice thriller, per poi rivelare alcune delle scene più iconiche del cinema, nonché una rivelazione finale che lascia a bocca aperta anche i più astuti.

Gli Uccelli, pellicola uscita nel 1963, tratterà invece un tema soprannaturale grazie all’aiuto dei primi esperimenti di effetti speciali, mentre Marnie, uscito l’anno successivo, tornerà a mettere al centro dell’attenzione del regista la malattia mentale. A chiudere il decennio arrivano i lungometraggi Il Sipario Strappato e Topaz. Gli ultimi due film sono Frenzy, con protagonista un pilota della Royal Air Force britannica e Complotto di Famiglia. La pellicola del 1976 segna la conclusione dell’attività del regista, che morirà quattro anni più tardi a Los Angeles.

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