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Visita ginecologica: quando farla dopo il ciclo

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Tutte le donne dovrebbero sottoporsi ad una visita ginecologica almeno una volta l'anno. Scopre come si svolge e quando farla.

La visita ginecologica è un momento estremamente serio e delicato per ogni donna; è, difatti, fondamentale prendersi cura del proprio apparato genitale, monitorare lo stato in cui versano i singoli organi e prevenire l’insorgenza di patologie potenzialmente molto gravi (esempio tumore al collo dell’utero). Questa breve guida è, quindi, destinata all’intera popolazione dell’universo femminile che spesso e volentieri si dimentica, a causa di una vita troppo frenetica, di sottoporsi ai dovuti controlli. Cerchiamo, quindi, di capire in che cosa consiste una visita ginecologica, quando è indispensabile farla, quali sono i segnali da non trascurare e come prendere un appuntamento in relazione al proprio ciclo mestruale.

La visita ginecologica post ciclo

Prima di prenotare una visita ginecologica, è indispensabile osservare molto attentamente il calendario e fare attenzione che questa non coincida con le successive mestruazioni. Il momento migliore è quindi, verosimilmente, compreso tra il decimo e il diciottesimo giorno dall’inizio del ciclo. Vi sono, inoltre, tre semplici precauzioni che è bene seguire prima di recarsi dal proprio ginecologo:

  • non usare alcuna crema vaginale nelle 72 ore precedenti;
  • non avere alcun rapporto sessuale il giorno prima della visita;
  • non usare ovuli e lavande vaginali nel caso in cui vi sia in programma il Pap test (si possono, invece, impiegare senza alcun problema i detergenti per l’igiene intima quotidiana).

La paziente, in caso di necessità, può rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia durante il ciclo mestruale perché la visita può svolgersi (in presenza di un’emergenza) anche se vi sono perdite ematiche. I controlli finalizzati a valutare, invece, lo stato dell’apparato riproduttivo devono avvenire solo ed esclusivamente in assenza di mestruazioni; il sangue può, difatti, alterare i risultati del Pap test o di un eventuale tampone. Per maggiori informazioni è, però, bene contattare il proprio ginecologo.

Quando sottoporsi a una visita ginecologica

È bene sottoporsi, con cadenza almeno annuale, a una visita di controllo ginecologica, ma possono anche presentarsi malesseri che determinano un’accelerazione delle tempistiche. I campanelli d’allarme a cui è indispensabile prestare attenzione possono essere così riassunti:

  • dolore al tratto vaginale o pelvico;
  • perdite di sangue non attribuibili al ciclo mestruale;
  • perdite vaginali con colorazione anomala;
  • dolore in corrispondenza del basso ventre e/o rigidità pelvica;
  • dolore marcato nel corso del rapporto sessuale;
  • alterazioni significative in corrispondenza della mammella o dell’ascella;
  • disturbi della minzione;
  • sintomatologia diversa nel periodo immediatamente precedente le mestruazioni.

Lo specialista può, altresì, prescrivere ulteriori accertamenti al fine di emettere una diagnosi più mirata. Gli ulteriori accertamenti consistono in un ecografia transvaginale (serve per riscontrare eventuali fibromi, polipi endometriali e cisti ovariche) o un Pap test (questo esame deve essere, comunque, eseguito ogni anno per escludere eventuali neoplasie maligne a carico della cervice uterina).

Cosa accade in una visita ginecologica?

La visita ginecologica si propone di indagare, in modo approfondito, lo stato in cui versa l’apparato genitale femminile comprensivo di genitali interni ed esterni. La paziente si accomoda, quindi, sul lettino ginecologico e divarica le gambe per permettere allo specialista di esplorare visibilmente la vulva. Lo stesso successivamente introduce, nella vagina, un divaricatore monouso in plastica per visualizzare il collo dell’utero ed eseguire il Pap test. La visita si conclude, quindi, con l’esplorazione manuale della vagina al fine di valutare le caratteristiche di utero e ovaie.