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Classifica migliori università 2019: due italiane nelle prime dieci

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Gli atenei italiani migliorano le loro posizioni: Milano e Roma entrano nei piani alti della classifica. L'Italia è al quarto posto in Europa.

La carriera universitaria continua ad attirare l’attenzione degli studenti italiani: i dati mostrano un incremento delle iscrizioni nei campus nazionali. Il QS World University Rankings by Subject 2019 ha stilato la nuova classifica delle migliori università nel mondo. Quest’anno il nostro paese ha migliorato le sue posizioni: le città italiane con più università classificate sono Milano, Roma e Pisa. Buoni risultati anche per Bologna. Gli Stati Uniti, pur mantenendo strette le prime posizioni, registrano un peggioramento a favore del Regno Unito. Tra le possibile cause sono da considerare la concorrenza e i costi sempre in aumento.

I criteri di classificazione delle università

La ricerca ha preso in considerazione 78 paesi per un totale di oltre 1200 atenei. La distinzione avviene per singole materie e premia gli atenei che primeggiano in singole facoltà o aree di studio. Le università si sono sfidate di fronte al giudizio di 83mila accademici e 42mila datori di lavoro L’Italia si posiziona al quarto posto in Europa e al settimo nel mondo. Così commenta Sowter, responsabile ricerca e analisi di QS: “Sebbene l’Italia spenda quasi un punto percentuale in meno (4 per cento del Pil) rispetto alla media europea (4.9 per cento del Pil) per l’istruzione, il Paese investe mediamente 164 mila euro per formare un laureato e 228 mila euro per un dottore di ricerca. Di questo investimento, beneficiano sempre più altri Paesi”.

Nella classifica rientrano anche atenei minori: al 24esimo posto in Ingegneria Mineraria figura il Politecnico di Torino. L’Alma Mater di Bologna è al 44esimo posto per Odontoiatria e l’Università di Pisa al 50esimo per Scienze Bibliotecarie.

La classifica dei migliori atenei nel mondo

Per ottenere un buon posizionamento, le università devono investire nella ricerca, attivare collaborazioni con l’estero e conferire titoli di studio con validità internazionale. I risultati migliori giungono dagli Stati Uniti. Il podio, infatti, è tutto americano: al primo posto figura l’istituto di tecnologia del Massachussets, seguito dalla Stanford University e da Harvard. Gli atenei italiani compaiono, invece, nel 92% delle discipline: in particolare, La Sapienza è al primo posto nelle materie classiche e al decimo posto della classifica per Archeologia. L’ateneo romano ha superato le rinomate università di Oxford, Cambridge, la Sorbona di Parigi e Harvard. Buon risultato anche per il Politecnico di Milano: sesto posto in Design e settimo per Ingegneria civile e meccanica. Rispetto alla classifica dei migliori atenei degli anni precedenti, il Politecnico di Milano ha perso il primato sulla Sapienza di Roma. La Bocconi, invece, si ferma all’ottava posizione per gli studi di Management, al 16esimo posto per Economia, al 18esimo per Finanza e Contabilità.

I commenti e i dati

L’Italia ha finalmente migliorato le sue posizioni rispetto agli anni precedenti e le sue università continuano ad attirare migliaia di studenti. I dati diffusi dal MIUR confermano la crescita di iscrizioni agli atenei universitari: sono 290.131 i neo iscritti, 6.117 in più rispetto alla stagione precedente. Tra gli studenti che scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma, l’88% si orienta verso una laurea triennale e il 12% sceglie un corso a ciclo unico. Tra questi, le ragazze sono la maggioranza (55%), soprattutto nel campo umanistico e linguistico.

Appreso l’ottimo risultato dell’ateneo romano, il rettore Eugenio Gaudio commenta: “Il primato assoluto negli studi classici è il riconoscimento della centralità culturale del Paese”. Occorre, inoltre, diffondere i valori fondanti dell’Italia e preservare le bellezze che la caratterizzano. L’augurio di Sowter per il nostro paese è “Il ritorno sull’investimento di risorse e talento, per offrire agli studenti le opportunità che meritano, affinché emigrare sia una scelta elettiva invece che una necessità”. Consapevole di ciò, il rettore della Sapienza ha aggiunto: “Abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri studenti strumenti di analisi e competenze trasversali, che fanno la differenza anche in un mercato del lavoro in cui tecnologia e le competenze tecnico-scientifiche si evolvono con estrema rapidità”.