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Chernobyl: storia di una catastrofe nucleare

esposione nucleare

La catastrofe di Chernobyl ha portato il mondo intero a confrontarsi con i rischi concreti dell'energia nucleare.

Il 23 aprile del 1986 il nome della città ucraina (all’epoca Unione Sovietica) di Chernobyl diventa famoso in tutto il mondo per essere teatro del più disastroso incidente nucleare della storia.

Alle ore 1:23 circa, nella centrale nucleare di Chernobyl, durante un test di sicurezza, il reattore n. 4 esplode, liberando nell’aria particelle altamente radioattive e contaminando intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia.

L’incidente di Chernobyl

Quel giorno era in corso un test per verificare se l’inerzia delle turbine, una volta interrotto il flusso di vapore, fosse stata in grado di generare sufficiente energia elettrica per alimentare il circuito di raffreddamento del reattore fino all’attivazione dei generatori diesel di emergenza. Manovre incaute, dovute alla scarsa preparazione del personale, unite alle criticità di sicurezza tipiche del modello di reattore, hanno portato alla perdita del controllo della reazione di fusione durante il test. L’aumento incontrollato di potenza ha fatto raggiungere al nocciolo temperature tali da provocare la separazione dell’idrogeno e dell’ossigeno dell’acqua di raffreddamento. Questi gas ad altissima temperatura e pressione hanno fatto esplodere le tubature ed una volta venuti a contatto con i materiali incandescenti in fusione, hanno generato una fortissima esplosione. Non si è trattato quindi di un’esplosione nucleare, ma di un’esplosione per reazione chimica dei gas liberati. L’esplosione ha fatto saltare il coperchio del reattore, un enorme disco in cemento armato del peso di mille tonnellate che ricadendo sull’edifico lo ha fatto collassare su se stesso, lasciando il nocciolo in fusione allo scoperto. Si è sprigionata nell’aria una nube contenente particelle radioattive di uranio, plutonio, cesio-137, stronzio ed altri metalli, cinquecento volte più nociva di quelle liberate dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki.

Cos’è accaduto dopo l’esplosione

Viene smobilitato l’esercito e la popolazione della vicina città di Prypjat, viene fatta immediatamente evacuare, migliaia di tecnici ed operai, ribattezzati in seguito liquidators e biorobot, vengono schierati per cercare di contenere la fuga radioattiva. I biorobot saranno poi ricordati come gli eroi di Chernobyl, perché nel compimento della loro missione si esposero a livelli di radiazioni tali da ucciderli o da condannare loro ed i propri figli alle conseguenze dell’esposizone per il resto della loro vita. Un imponente sarcofago in cemento armato venne edificato utilizzando le stesse macerie dell’edificio crollato, per racchiudere dentro di esso il nocciolo in fusione e le fortissime radiazioni da questo emesse ancora per migliaia di anni. L’incidente di Chernobyl è stato catalogato come evento di grado 7, cioè di tipo catastrofico e mai avvenuto in una centrale nucleare prima di allora. A tutt’oggi l’area intorno alla centrale, per un raggio di 19 km, è zona rossa ed assolutamente inabitabile.