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Rivoluzione Francese: le cause e gli eventi

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La Rivoluzione Francese fu l'evento storico tra modernità e contemporaneità che cambiò l'intero assetto dell'Europa.

La Rivoluzione Francese fu un evento molto importante nella storia europea che come conseguenza portò ad un cambiamento radicale dell’assetto politico e culturale della Francia. Viene inoltre identificato come spartiacque tra l’età moderna e contemporanea e durò circa un decennio; nell’immediato sancì la fine del feudalesimo, della monarchia assoluta e la proclamazione della repubblica, oltre all’eliminazione del sistema economico e sociale imposto dal sistema di governo precedente. La rivoluzione francese ispirò gli ideali di uguaglianza e di legalità che portarono all’emanazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino, elemento fondante per le costituzioni moderne.

La Rivoluzione Francese: il contesto socio-economico

L’egemonia dei poteri era monopolizzata dalla monarchia assoluta. La suddivisione in classi sociali penalizzava il popolo che non aveva diritti e subiva una tassazione eccessiva; tale impostazione socio-economica creò un diffuso malcontento popolare. La quasi totalità del potere era in amano alla monarchia assoluta che godeva del cosiddetto diritto divino, ovvero della legittimazione del potere conferitogli direttamente da Dio. La società era suddivisa in tre classi sociali: nobiltà, clero e il terzo stato; le prime due godevano di numerosi privilegi, mentre sul terzo stato, composto dal 98% della restante popolazione, gravava una pesante tassazione. Il crollo dei prezzi legati alla viticoltura, la moria di bestiame provocata dalla siccità e la crisi della produzione industriale portarono come conseguenza l’aumento del prezzo del pane che ridusse i lavoratori alla fame.

Il popolo espresse il proprio malumore attraverso disordini e atti di disobbedienza. Per cercare di ristabilire l’ordine e aumentare le entrate, il governo tentò di attuare una riforma giudiziaria e fiscale andando ad estendere la tassazione anche al clero e alla nobiltà che la snobbarono quasi del tutto; infatti l’imposizione fiscale, sebbene fosse estesa a tutte le classi, continuò a gravare principalmente sul terzo stato. Il risultato fu quindi insufficiente a contrastare il deficit pubblico francese. L’avversione del popolo verso la monarchia fù incentivata anche dalla presenza di Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, che non nascondeva il proprio legame con la sua terra natia, l’Austria.

Intorno al XVIII secolo in Europa si diffuse un movimento culturale, politico, filosofico che mirava a schiarire la mente attanagliate dal buio dell’ignoranza e dalla superstizione attraverso gli strumenti della critica, della ragione e della scienza. Tale movimento fu chiamato illuminismo. La nuova cultura dell’illuminismo e la recente rivoluzione americana diedero un’impulso di orgoglio ai sudditi che li posero come base per la loro ribellione. Questo nuovo modi di pensare ebbe una larghissima diffusione e arrivò perfino ai ceti più alti della società. La filosofia dell’illuminismo identificava la nazione come unico centro del potere sovrano.

La Rivoluzione francese: i primi scontri

Diversi ministri cercarono di correre ai ripari per salvare la disastrosa situazione economica ma la resistenza riscontrata dalle classi più agiate fece fallire ogni tentativo. Vista la situazione di impasse si cominciò a diffondere l’idea che solo un organo rappresentativo dell’intera nazione potesse votare le riforme necessarie a far ripartire il paese. I primi scontri si verificarono quando venne annunciata la convocazione degli stati generali entro cinque anni, sancendo definitivamente l’incapacità da parte della monarchia di governare il paese. Venne così convocata un’assemblea formata da nobiltà, clero e terzo stato dove venne deliberato lo sciopero delle imposte. Luigi XVI, costretto dagli eventi, fu obbligato il 5 maggio 1789 a convocare gli stati generali.

Vista l’unità di intenti nobiltà e clero, negli stati generali passati, riuscirono a mettere in minoranza il terzo stato che adesso mosso dagli ideali illuministici mirava ad ottenere un numero maggiore di rappresentanti. La vittoria ottenuta diede una spinta ulteriore e nella giornata inaugurale degli stati generali, non si discusse della situazione economica ma di quella legislativa visto l’intenzione da parte di nobiltà e clero di non procedere con il voto per testa che avrebbe avvantaggiato il terzo stato. Si entrò in una fase di stallo durata un mese e che vide la rinuncia da parte della nobiltà alle iniziative prese dall’assemblea.

I deputati del basso clero invece aderirono in massa dando sostanzialmente il via al primo atto della rivoluzione, sospendendo la tassazione e istituendo un comitato di assistenza per il popolo. Luigi XVI ammise il proprio fallimento e nei giorni successivi il popolo si ammassò per le strade di Parigi. Il 14 luglio 1789 gli insorti assalirono la fortezza-prigione della Bastiglia, dando il via alla lotta armata. Da quella data si svilupperanno tutti gli eventi della Rivoluzione Francese che apporterà molti cambiamenti in tutta l’Europa.