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Libero Grassi, chi era? La biografia e la morte

Libero Grassi: biografia e morte

Libero Grassi, chi era? A ventinove anni dalla sua morte, la sua figura, è ancora ricordata come un esempio di integrità morale.

Negli anni Novanta le attività criminose messe in atto da Cosa Nostra abbracciano un gran numero di business illegali. E’ un periodo di grande fervore criminale; i capi mafia, altrimenti detti uomini d’onore, strutturati ed organizzati in varie famiglie, agiscono sul territorio nazionale, e non solo, creando una fitta rete di contatti e cointeressenze politiche. In un tessuto sociale fortemente degradato nel quale lo Stato appare, nel caso migliore latitante ed in quello peggiore connivente al fenomeno, le attività mafiose diventano oltremodo redditizie. Tra quelle più conosciute e maggiormente radicate sul territorio locale, la richiesta del cosiddetto “pizzo” diventa dilagante e colpisce un gran numero di imprenditori. In uno scenario che possiamo tranquillamente definire a tinte fosche, una figura spicca nel panorama nazionale. Libero Grassi, un uomo giusto e coraggioso, si ribellò al malcostume e non cedette al ricatto di Cosa Nostra.

Libero Grassi, chi era? la biografia

Libero Grassi nacque a Catania il 19 luglio 1924. Di famiglia antifascista, deve il suo nome di battesimo ai genitori che vollero in tal modo non dimenticare il sacrificio di Giacomo Matteotti.
Anche il giovane Libero, con il passare degli anni, elaborò una propria posizione politica che lo mise in antitesi con il regime.

Raggiunta la maggiore età, Grassi, sui trasferì a Roma per completare gli Studi in Scienze politiche. Sono anni difficili con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale che Libero osteggia e non condivide. Nel rifiuto totale di doversi sottomettere al regime e combattere un conflitto ritenuto ingiusto, Libero decise di entrare in seminario abbandonandolo soltanto dopo il 25 aprile 1945. Il suo sogno è quello di intraprendere la carriera diplomatica e per far ciò si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, ma non riuscirà mai a coronare tale progetto. Gli anni cinquanta sono segnati da un prepotente ritorno economico; emigrato in Lombardia, Grassi perfeziona le sue abilità imprenditoriali che consoliderà avviando una fiorente attività tessile nella sua terra d’origine.

Uomo coraggioso ed indomito, tenace imprenditore e di grande intelligenza, Libero Grassi si avvicinò alla politica italiana partecipando alla fondazione del Partito Radicale, prima, e come esponente del PRI poi. Penna vivace ed arguta non lesinò di far conoscere il proprio pensiero attraverso un gran numero di articoli e pubblicazioni politiche che furono pubblicate su diverse testate giornalistiche. Nel 1991 Libero Grassi entra nel mirino di Cosa Nostra; la prima richiesta è di 50 milioni delle vecchi Lire. L’imprenditore non esita e si ribella al racket denunciando gli estorsori, rifiutando una scorta e scrivendo una lettera aperta nella quale denuncia le attività illecite della mafia e mettendosi sotto la protezione dello Stato.

Libero Grassi non paga e non cede al ricatto; da uomo libero ed onesto intellettualmente, nonostante uno scarso sostegno da parte dell’imprenditoria locale, insiste nella sua azione.

La morte

La mattina del 29 agosto 1991 mentre si sta avviando al lavoro, Libero Grassi viene crivellato da quattro colpi di pistola. L’eredità intellettuale ed umana dell’impreditore è stata raccolta dalla moglie e dai figli. Dopo la sua morte la vedova, mai prona davanti ad intimidazioni di varia natura, ha proseguito una coraggiosa lotta per ripristinare la legalità sostenendo le numerose associazioni sorte in seguito al varo della legge anti racket. Libero Grassi, ancora oggi, è il simbolo della ribellione ai soprusi, dell’onestà e del coraggio.