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Strage di Gioia Tauro: quando è successo, le vittime e le indagini

Strage di Gioia Tauro: quando è successo e le vittime

Strage di Gioia Tauro: quando è successo e le vittime di un quadro sociale ricco di tensioni, sabotaggi e proteste.

Nella seconda metà del novecento l’Italia si ritrova nel pieno del suo più cupo periodo post bellico, questo difficile lasso di tempo viene successivamente chiamato con il termine ”anni di piombo”. In questo lungo arco temporale ci sono tanti momenti nevralgici per la storia italiana, dagli attentati ai sequestri è un crescendo di situazioni di tensione, una di queste è senza ombra di dubbio quello della Strage di Gioia Tauro. Nel 1970 i forti contrasti in Sud Italia, la nomina di Catanzaro come nuovo capoluogo di provincia dà inizio alla rivolta di Reggio Calabria che causa non pochi problemi, ad una settimana dal disastro ferroviario in tutta la zona ci sono numerosi sabotaggi; forti proteste; varie azioni dinamitarde; scioperi e delle occupazioni, fra le più rilevanti, l’occupazione della stazione.

Strage di Gioa Tauro: la data

Il 22 Luglio 1970, il treno del sole viaggia a una velocità di circa 100 Km/h prossima all’arrivo in stazione, sta procedendo tutto nella norma quando alle 17.10 il macchinista Antonio Billardi ed il suo copilota Antonio Romeo avvertono uno strano movimento, una sorta di sobbalzo che spinge i due autisti a attivare la frenata di emergenza. Attivato il freno, il treno rallenta comprimendosi gradualmente, le prime cinque carrozze rallentano correttamente, il problema inizia con la sesta carrozza che non riesce a rimanere sul proprio binario, deragliando porta fuori pista anche gli altri vagoni rimanenti. Questo forte urto divide il treno in tre tronconi, quelli che subiscono maggiormente l’urto sono dal nono all’undicesimo, tanto che le vittime della sciagura si trovano esclusivamente in questi ultimi.

Al momento dell’incidente viaggiano sul treno circa 200 persone, l’ammontare delle vittime fu di 6 deceduti e oltre settanta feriti, lievi e gravi. I soccorsi arrivano quasi subito, provenienti da diverse zone, una volta giunti sul posto si ritrovano davanti a una terribile scena. Le prime cinque carrozze rimase sui binari; la sesta fuoriuscita solo parzialmente dal binario; la settima e l’ottava pur uscendo dai binari rimangono erette; la nona, staccata completamente e schizzata lontano dalle rotaie; la decima, ribaltata parzialmente, mentre dall’undicesima alla diciottesima carrozza un deragliamento che però non presenta grandi complicazioni.

Strage di Gioia Tauro: le indagini

Le indagini cominciano fin da subito, inizialmente si ipotizza un’eventuale errore umano o un qualche guasto alla macchina, ma non ci sono indizi che suggeriscono queste ipotesi, anzi, la ricostruzione dei fatti sottolinea la bravura dei due piloti nel gestire la situazione di pericolo, in seguito viene escluso anche il guasto tecnico. Si segue quindi la pista dell’attentato dinamitardo che divide fin da subito l’opinione sul caso, per alcuni una pista da escludere data la mancanza di tracce di esplosione e le testimonianze raccolte che sostengono di non aver sentito nessun tipo di detonazione, oltre a riflettere sul fatto che sarebbe bastata una carica esplosiva di ridotte dimensioni per ottenere lo stesso effetto sul treno.

I risultati della prima istruttoria arrivano il 30 maggio 1974, vengono scagionati i dipendenti della ferrovia e la strada dell’attentato è considerata una semplice ipotesi non comprovata, tali sentenze suscitano parecchio scalpore dato che si ammette la possibilità di un’attentato ma non si apre un fascicolo per far luce sugli eventuali responsabili.
Le indagini sono riprese nel 1993 quando due pentiti della ‘Ndrangheta deposero le loro testimonianze sul caso. Grazie a queste deposizioni vengono successivamente individuati i mandanti e gli esecutori materiali della strage.