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Riunificazione della Germania: il riassunto della storia

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La storia della riunificazione della Germania al termine della Seconda Guerra Mondiale: gli eventi e la storia fino all'abbattimento del muro di Berlino.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, la Germania è ridotta a un campo di macerie. La conferenza di Jalta del 1945 aveva sancito la divisione di Berlino in quattro settori, ognuno controllato da un diverso Stato: Usa, Francia, Regno Unito e Unione Sovietica. La volontà è quella di impedire alla Germania una volta per tutte di poter risorgere come forza politica ed economica, evitando sul nascere il pericolo di un’altra guerra mondiale.

Riunificazione della Germania: gli eventi e la storia

Gli alleati avevano combattuto insieme contro la Germania, ma al termine del conflitto scoppiò la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Il territorio tedesco divenne l’epicentro di questo confronto, che si sarebbe trascinato in forme più o meno aspre fino agli anni ottanta.

Le vicende durante la Guerra Fredda

L’Unione Sovietica di Stalin comincia immediatamente a ricostruire la “sua” parte di Germania, secondo i propri piani. Gli americani invece hanno capito che in questa Guerra Fredda hanno bisogno di alleati e cercano di unire la loro zona con quelle assegnate a inglesi e francesi, con l’intento di rafforzare la propria posizione contro l’area occupata dai sovietici.

I settori controllati da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti costituiscono Berlino Ovest e, in quegli anni, sono teoricamente indipendenti. Berlino rappresenta al meglio la situazione instabile provocata dalla Guerra Fredda: è completamente circondata dalla Germania Est, di competenza sovietica, ma è divisa al suo interno in una zona occidentale e una orientale.

Per consolidare economicamente le 3 zone dell’ovest, americani, inglesi e francesi decidono di introdurre una nuova moneta nei loro territori, senza consultare la controparte russa Come risposta i sovietici attuano nel luglio del ’48 il blocco di ogni accesso alla parte occidentale di Berlino. Ne consegue l’organizzazione di un “Ponte Aereo” da parte degli alleati, finalizzato a inviare beni di prima necessità e viveri agli abitanti di Berlino Ovest.

Il blocco di Berlino è il colpo di grazia che annulla il sogno dell’unità della Germania. Poco dopo la fine del blocco vengono fondati i due stati tedeschi: la Repubblica Federale a ovest e la Repubblica Democratica a est. Nel 1952 viene chiuso il confine tra le due Germanie, limitando fortemente la libertà di circolazione dei cittadini.

Il muro di Berlino

Tra il 1949 e il 1961 il confine è ancora superabile e così oltre due milioni e mezzo di cittadini tedeschi orientali passarono nella parte ovest del Paese. Per questo motivo, dal 13 agosto 1961 prese il via la costruzione di un muro, per impedire l’esodo dei cittadini dell’est.

Ben presto il muro iniziò a essere considerato un simbolo della tirannia comunista, soprattutto dopo le uccisioni delle persone che tentarono di attraversarlo. I soldati ricevettero infatti l’ordine di sparare su tutti coloro che tentano di oltrepassare la zona di confine. L’obiettivo del muro era quello di impedire che i cittadini della Germania orientale potessero conoscere il mondo “normale”.

Il presidente statunitense Kennedy visitò Berlino e durante il suo soggiorno pronuncia, davanti a migliaia di cittadini entusiasti, la celebre frase “Ich bin ein Berliner”: “Io sono berlinese”. Per vent’anni non avvenne alcun tipo di rapporto ufficiale tra le due Germanie, nessun trattato politico né economico.

La Ostpolitik di Willy Brandt

Nel 1969 Willy Brandt, leader della socialdemocrazia tedesca, sale al governo di Berlino ovest. Per prima cosa, il nuovo cancelliere stipula un trattato con l’Unione Sovietica con cui la Germania Federale riconosce i confini creatisi dopo la Seconda Guerra Mondiale e rinuncia ufficialmente a volerli cambiare con la forza. Si tratta di un atto molto coraggioso.

Le conseguenze della cosiddetta “Ostpolitik” (una politica di apertura verso l’Est) sono enormi. Le due Germanie vengono ammesse alle Nazioni Unite e la Repubblica Democratica Tedesca viene riconosciuta diplomaticamente da 132 paesi. Il riconoscimento internazionale rappresenta un successo per la DDR.

Tuttavia, la nuova politica della Germania Ovest le crea diversi problemi. Infatti, la Ostpolitik di Brandt determina una differenza sempre più evidente tra le due zone che la Germania orientale riesce sempre meno a nascondere. Ciò contribuì ad aumentare le contraddizioni interne di questo stato.

L’abbattimento del muro e la riunificazione della Germania

L’arrivo di Gorbaciov come leader di una Unione Sovietica agonizzante e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell’est furono due fattori decisivi. È un pasticcio diplomatico, poi, ad accelerare i tempi: il 9 novembre 1989 il ministro della Propaganda della Germania dell’Est riceve la notizia che tutti i berlinesi orientali possono attraversare il confine con un apposito via libera.

Il ministro, non avendo informazioni precise, comunica ai giornalisti l’apertura dei posti di blocco. L’effetto è immediato: decine di migliaia di cittadini di Berlino Est si lanciano verso il muro e chiedono di essere lasciati passare. Le guardie di confine, non informate e colte alla sprovvista sono obbligate ad aprire i varchi senza controllare alcun permesso. Il 9 novembre viene così indicata come la data della caduta del muro.