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Luigi Einaudi: la biografia e le frasi celebri del Presidente italiano

Luigi Einaudi

Luigi Einaudi riportò la Repubblica Italiana nel suo posto onorevole fra le nazioni libere del mondo, risollevandola dal ventennio dittatoriale.

Luigi Einaudi è stato il secondo Presidente della Repubblica Italiana, nonché il primo Presidente democraticamente eletto. Il suo campo d’azione ha riguardato anche l’economia: convinto sostenitore del liberalismo, ne applicò i principi in ogni aspetto del suo operato.

L’Einaudi economista riteneva che l’uomo potesse perfezionarsi solo quando libero di realizzarsi secondo le proprie aspirazioni. Dal punto di vista europeo, la politica da lui adottata si basò sulla libertà economica, considerata lo strumento migliore per contrastare le pressioni orientali e affrontare quelle americane.

La biografia di Luigi Einaudi

Il futuro Presidente nacque a Carrù, in provincia di Cuneo, il 24 Marzo 1874. Le sue origini contadine e piemontesi lo accompagnarono per tutta la sua carriera, caratterizzandola per pragmatismo, sobrietà e parsimonia. Dopo la morte del padre, Luigi si trasferì col resto della famiglia a Dogliani, dove si dedicherà personalmente alla conduzione dell’azienda agricola da lui fondata.

All’età di ventuno anni si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Torino, dove nel 1902 occupò la cattedra di Scienze delle Finanze. Due anni dopo ottenne l’incarico presso l’Università Bocconi di Milano. Verso la fine dell’800 si avvicinò alle idee socialiste, dalle quali prese però presto le distanze. Dedicò i suoi studi alla ricerca nel campo dell’economia e delle finanze, all’insegnamento e al giornalismo. Fu infatti redattore de “La Stampa” di Torino e del “Corriere della Sera” di Milano fino al 1926; si aggiunga poi il ruolo di corrispondente finanziario ed economico del settimanale “The Economist”.

Nel frattempo, nel 1903 sposò una sua allieva: Ida Pellegrini; la loro relazione fu felice e incorniciata dalla nascita di tre figli. Nel 1912 propose una nuova e rivoluzionaria teoria finanziaria, attraverso un saggio dal titolo “Concetto di reddito imponibile e sistema di imposte sul reddito consumato”. Un’idea che porterà alla dichiarazione annuale delle imposte sui redditi delle persone fisiche.

La carriera politica, economica e culturale

Luigi Einaudi scrisse numerose pubblicazioni scientifiche riguardanti in particolare materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere. Nel 1919 venne nominato Senatore del Regno, ruolo attraverso cui sostenne tenacemente la necessità di abbandonare ogni forma di socialismo di stato penetrato nella vita economica italiana durante la Grande Guerra. Se inizialmente rivolse uno sguardo speranzoso nei confronti del programma economico del fascimo, presto si schierò apertamente contro la dittatura, ragion per cui nel 1927 lasciò il Corriere della Sera perché passato sotto il controllo del regime.

Dal 1936 al 1943 diresse la Rivista di storia economica, da lui fondata. Dopo il 25 luglio lo statista piemontese ricevette l’incarico di rettore dell’Università di Torino, ma la proclamazione della Repubblica di Salò lo costrinse ad abbandonare il ruolo e a rifugiarsi in Svizzera. La caduta del fascismo lo riportò nella madrepatria, dove il 5 gennaio del ’45 ottenne la nomina di Governatore della Banca d’Italia. Nel 1946 fu eletto deputato all’Assemblea Costituente per il Partito Liberale Italiano e dal ’47 fece parte del Governo in qualità di vice Presidente e ministro del Bilancio. In quest’ultima posizione riuscì a stabilizzare la lira attraverso una complicata operazione creditizia.

Il 10 maggio 1948 divenne Presidente della Repubblica. Scaduto il mandato nel ’55 tornò a far parte del Senato. Nel giugno dello stesso anno l’univerità di Oxford gli conferì la laurea honoris causa, presentandolo come un uomo che fece “molto per la salvezza del suo Paese“. Il profilo tracciato indicava Einaudi come “la più rispettata di tutte le figure d’Italia“, simbolo della risurrezione della penisola dopo vent’anni di dittatura. Il Presidente fu, dopotutto, anche uno dei primi sostenitori della necessità di creare un’Europa unita. Luigi Einaudi morì a Roma il 30 settembre 1961 e venne sepolto nella tomba di famiglia a Dogliani.

Luigi Einaudi: le frasi celebri

Il secondo Presidente della Repubblica è stato un grande uomo di cultura, autore di diverse pubblicazioni in materia economica e finanziaria dal successo internazionale. Da queste è possibile ricavare citazioni memorabili indicative del pensiero politico e sociale di Luigi Einaudi. Ne riportiamo alcune qui di seguito:

“Dove sono troppi a comandare, nasce la confusione.” (Il buongoverno: saggi di economia e politica (1897 – 1954), Laterza, 1954)

“Giustizia non esiste là ove non vi è libertà.” (Il buongoverno: saggi di economia e politica (1897 – 1954), Laterza, 1954)

“La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica.” (Chi vuole la libertà?, Corriere della Sera, 13 aprile 1948)

“Nella vita delle nazioni di solito l’errore di non saper cogliere l’attimo fuggente è irreparabile.” (Lo scrittoio del Presidente (1948 – 1955), Einaudi, 1956)

“Il solo fondamento della verità è la possibilità di negarla.” (Prediche inutili, Einaudi, 1974)