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Alda Merini: la vita e le opere della poetessa dei Navigli

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Alda Merini, sagace aforista e poetessa della Milano del XX secolo, è stata una tra le più importanti figure culturali della contemporaneità.

Figlia ribelle, tormentata poetessa, madre amorevole, sagace aforista e pluricandidata Premio Nobel per la letteratura: Alda Merini è stata questo e molto altro. Nata a Milano nel 1931, ha dimostrato fin da subito un animo indomito che non guardava in faccia nessuno. Più volte nel corso della sua vita gli ospedali psichiatrici d’Italia l’hanno vista entrare e uscire dalla cura, ma comunque oggi Alda Merini è ricordata come una tra le poetesse più potenti vissute a cavallo tra il XX e il XXI secolo.

Alda Merini: la biografia e le opere

Alda Giuseppina Angela Merini nasce a Milano il 21 Marzo 1931 da padre assicuratore di nobili origini e madre casalinga. Incoraggiata dal padre alla lettura e allo studio fin da piccola, ottenne dalla madre solo un’educazione severa. Questa infatti non le augurava altro che un futuro da moglie e madre e le proibiva di leggere i libri del padre. Secondogenita di tre figli, Alda espresse ben presto la propria ribellione alla madre e la propria particolarità emotiva. Risale infatti al periodo della scuola elementare una prima crisi mistica della piccola Alda, che di fronte all’impasse della madre reagì con l’accattonaggio e con la dichiarazione di essere orfana.

Dopo aver fallito la prova di italiano del test d’ingresso al Regio Liceo Ginnasio Alessandro Manzoni, Alda si dedica finalmente alle sue passioni: lo studio del pianoforte e la scrittura. Tuttavia, ora il padre dimostra cosa si celava dietro la facciata di padre premuroso e, dopo aver stracciato la poesia della figlia che già aveva ricevuto una pubblica buona recensione, la congeda con un “Ascoltami, cara, la poesia non dà il pane”. Possiamo oggi dire che fortunatamente Alda Merini non ascoltò le parole del padre e, anzi, le prese quasi come una sfida. Purtroppo, per Alda la vita contemplativa comporta un caro prezzo; nel 1947 viene internata per un mese in una clinica di Milano, dove le viene diagnosticato il disturbo bipolare.

Il successo come poetessa

Il vero scopritore del talento della Merini si chiama Giacinto Spagnoletti, artefice dell’esordio di Alda nel mondo letterario. Infatti, nel 1950 pubblica due lavori dell’appena quindicenne poetessa dal titolo “Il gobbo” e “Luce” nella “Antologia della poesia italiana 1909-1949”. Da qui fino al 1953 Alda Merini intesse una relazione di lavoro e amicizia con Salvatore Quasimodo, a cui dedicherà alcune poesie. La fine di una difficile relazione con il famoso scrittore, traduttore e critico letterario Giorgio Manganelli segna una svolta nella vita privata della scrittrice. Nel 1954 sposa infatti Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie milanesi. Il matrimonio sarà burrascoso ma intervallato dalla nascita di quattro figlie: Emanuela, Barbara, Flavia e Simona.

In questi anni si susseguono le pubblicazioni: il primo volume di versi intitolato “La presenza di Orfeo”, “Nozze Romane” e “Paura di Dio”. Tuttavia dal 1962 inizia un periodo di isolamento e silenzio, durante il quale viene internata all’istituto “Paolo Pini”. Durerà dieci anni, al termine dei quali la sindrome bipolare causerà la costante alternanza tra salute e malattia. Nel 1979 Alda Merini torna a scrivere: saranno testi struggenti e drammatici relativi alla sconvolgente esperienza in manicomio, contenuti nel suo capolavoro “La Terra Santa”. La raccolta di poesie verrà pubblicata nel 1984 e nel 1993 vincerà il Premio Librex Montale.

Nuove difficoltà e il ritorno sulla scena letteraria

I dispiaceri della scrittrice non si placano: nel 1981 muore il marito e la Merini, rimasta sola e dimenticata dal panorama letterario, si trova persino in difficoltà economiche. Per questo motivo sarà costretta a dare in affitto una stanza al poeta Charles. Nel frattempo, avvia una comunicazione telefonica con l’anziano poeta Michele Pierri, che aveva espresso un sincero apprezzamento nei confronti dell’opera poetica di Alda. I due si sposeranno nel 1983 e insieme si trasferiranno a Taranto. Il periodo qui trascorso sarà prospero: oltre alle venti poesie-ritratti de “La gazza ladra” (1985) e ad alcuni testi dedicati al marito, porterà a termine “L’altra verità. Diario di una diversa”, suo primo libro in prosa. Nel 1986 torna a Milano, dopo aver sperimentato nuovamente gli orrori del manicomio.

Nel capoluogo lombardo inizia una terapia con la dottoressa Marcella Rizzo, alla quale dedicherà più di un lavoro. In questi anni la scrittrice sembra conquistare una nuova serenità e diverse pubblicazione le garantiranno il ritorno sulla scena letteraria. Nel 1993 vince il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale” per la Poesia. Nel 1996 le viene assegnato il “Premio Viareggio” per il volume “La vita facile” e l’anno successivo riceve il “Premio Procida-Elsa Morante”. La cantante Milva ne interpreterà diverse poesie messe in musica nel 2004. Nello stesso anno, tuttavia, la poetessa viene ricoverata all’Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Nel 2006 esce il suo ultimo lavoro: “La nera novella”, che si avvicina al genere noir. Alda Merini muore il primo giorno di novembre 2009 a causa di un tumore osseo.