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I rischi dello smart working: niente lavoro sul divano

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Lo smart working può provocare danni alla postura ed alla vista. L'esperto Fusi spiega quali sono i rischi ma anche i benefici del lavoro da casa.

Lo smart working sul divano o sul letto può rappresentare un vero problema. Le conseguenze sul fisico si fanno sentire e la postura ed i luoghi in cui lavoriamo in casa possono creare non pochi danni al nostro corpo. Il fisiatra Fusi spiega quali sono le posture sbagliate, quelle corrette e tutti i pro ed i contro del lavoro by home.

Rischi dello smart working: quali sono

Lo smart working può permettere a tutti durante l’emergenza di lavorare comodamente dal divano o dal letto della propria abitazione ma, se da un lato può sembrare un vantaggio, per il nostro corpo rappresenta un vero e proprio pericolo. Cristiano Fusi, medico fisiatra dell’UO riabilitazione specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Monza (Gruppo San Donato) spiega quali sono i rischi che si corrono lavorando per molto tempo con una errata postura.

Lo smart working è stata una novità per tanti – dice il medico -. Un sacco di persone non avevano idea di come affrontare la situazione nel miglior modo possibile. Un conto è lavorare da casa, stare al computer qualche ora nel weekend, un conto è organizzare una vera e propria postazione da lavoro in cui passare molte ore della tua giornata”.

Le conseguenze di una scorretta postura

Lavorare per molto tempo assumendo una posizione scorretta porterà a problematiche di tipo osteoarticolare. Dalla vista alla schiena, i danni non sono indifferenti: “Postura e problematiche poco frequenti in ufficio, come quelle a carico della vista. Perché non avendo una postazione fissa, con il portatile, non si mantiene la giusta distanza tra il monitor e il viso. Chi vede poco spesso poi si sbilancia in avanti, protrude il collo per vedere meglio e assume in definitiva una postura scorretta”.

Il rischio più grande è quello di provocare danni non indifferenti alla schiena rimanendo nel letto o posizionandosi sul divano. “L’idea di fondo è che lavorare da letto o sul divano è sbagliato – spiega Fusi-. L’ideale sarebbe avere una postazione con scrivania alla giusta altezza, il monitor dritto al nostro campo visivo, un piano di lavoro che permetta di avere le braccia appoggiate alla giusta altezza. Anche le sedie, abbastanza morbide da essere comode per poterci stare molte ore senza poi accusare dolori alla schiena. Anche la posizione delle gambe è importante, se la schiena forma un angolo di 90 gradi con le gambe, si può mettere anche un appoggio sotto i piedi per scaricare la tensione della muscolatura”.

Il tavolo da cucina ed il gomito del tennista

Non cambia la situazione per chi lavora dal tavolo della cucina, usando la sedia rigida. Una delle conseguenze più diffuse in questo periodo è il “gomito del tennista“.

Il problema è che poche persone erano organizzate fin da prima con una postazione di lavoro anche da casa. Così fanno uso di quello che hanno: il tavolo da cucina, o la sedia che usano a tavola, oppure il divano, il letto. Tutte queste situazioni comportano posture scorrette, a cui sicuramente non si incorreva in ufficio. I dolori più frequenti con cui sto avendo a che fare sono legati alla posizione. Chi lavora al tavolo della cucina ha spesso dolori al gomito: questo perché teniamo per ore le braccia in una posizione non comoda. Il tavolo non ha la stessa altezza della scrivania. Parecchie persone stanno soffrendo del “gomito del tennista”: la posizione delle braccia non è allineata rispetto al tavolo di appoggio e subentra una tensione sull’epicondilo. Altra cosa a cui prestare attenzione è la sedia: in ufficio usiamo quella ergonomica, a casa invece quella da cucina. Il più delle volte si sta molto indietro rispetto al piano d’appoggio e la colonna vertebrale subisce curve abbastanza improprie. Il fatto di essere seduti scomodi porta anche ad appoggiarsi in modo laterale più del dovuto: tutto provoca tensioni, dolori sulla colonna vertebrale e sulla muscolatura“.

Non solo danni, anche i benefici

Restare a casa, però, non è solo un danno, ma può rappresentare anche una buona occasione per il corpo. Fare attività fisica, idratarsi costantemente e sedersi correttamente per lavorare può apportare benefici, non di poco, al fisico. “Sì soprattutto se riusciamo a fare stretching – dichiara Fusi- . Ma anche alzarsi, bere molta acqua, che anche se non c’entra con la postura, è molto importante per il benessere del nostro fisico. Possiamo provare ad allungare la schiena contro una parete, allungando in alto le braccia. Viceversa anche cercare di allungare i flessori del dorso, senza andare oltre la soglia del dolore: basta piegarsi in avanti e cercare con la punta delle mani la punta dei piedi. Anche per le braccia: si cerca di tenere il braccio teso e tirare le dita flesse in contro resistenza sia in flessione palmare che dorsale, per allungare i tendini sull’epicondilo”.